Stallo politico dopo il voto

Israele: nessuna maggioranza

Il premier israeliano uscente Benjamin Netanyahu (Afp)
25 marzo 2021

Stallo politico in Israele. Dai risultati delle elezioni politiche non emerge una chiara maggioranza in grado di governare. Questo il dato cruciale quando lo scrutinio ha raggiunto il 90% dei voti.

Il Likud, il partito del premier Benjamin Netanyahu, ha la maggioranza relativa con 30 seggi. Deve quindi allearsi con altri partiti in modo da raggiungere i 61 seggi che garantiscono la governabilità alla Knesset (il Parlamento israeliano composto da 120 seggi). Considerando i tre partiti alleati di Netanyahu (Shas, Giudaismo Unito nella Torah e Sionismo Religioso), la coalizione raggiungerebbe quota 52. A questi si potrebbero aggiungere i 7 deputati di Yamina, il partito di Naftali Bennett, ex ministro della difesa, che non è rientrato nella coalizione di destra. Se Yamina dovesse appoggiarlo, Netanyahu raggiungerebbe 59 seggi: ancora non abbastanza.

Un’altra carta per il premier potrebbe essere l’appoggio esterno del partito arabo Raam, guidato da Mansour Abbas, capace in extremis di raggiungere il quorum per accedere in parlamento e guadagnare 5 seggi. Gli analisti, tuttavia, sono scettici vista la distanza ideologica tra Raam e la coalizione di destra.

La coalizione che si oppone a Netanyahu raggiunge invece i 56 seggi. Il partito Yesh Atid di Yair Lapid ha ottenuto 17 seggi. Alleati di Lapid sono i socialisti del Meretz, i nazionalisti di Yisrael Beiteinu e il partito Nuova Speranza nato da una scissione del Likud.