Violenti scontri tra manifestanti e polizia nella città di Najaf

Iraq: razzi contro una base
che ospita militari statunitensi

Soldati statunitensi di stanza a Baghdad
16 marzo 2021

Sette razzi sono stati esplosi ieri sera su una base aerea irachena che ospita anche soldati Usa, situata a nord di Baghdad. Lo hanno riferito all’agenzia Afp fonti della sicurezza locale. Si tratta dell’ultimo di una serie di episodi simili che nelle ultime settimane hanno preso di mira obiettivi statunitensi.

L'ultimo dei precedenti attacchi era avvenuto il 4 marzo scorso, quando un contractor americano era rimasto ucciso nel corso di un bombardamento sulla base di Ai al Assad, nell’ovest dell’Iraq.

Washington ha sempre puntato il dito contro gruppi armati legati a Teheran. Ieri, rispondendo alle accuse degli Stati Uniti, l'ambasciatore iraniano presso l’Onu, Majid Takht Ravanchi, ha detto che «l'Iran non è stato direttamente o indirettamente coinvolto in alcun attacco armato contro alcun individuo o organismo statunitense in Iraq».

Nel frattempo, si registrano una decina di feriti, alcuni anche gravi, nei violenti scontri tra manifestanti e forze dell’ordine verificatisi nelle ultime ore nel sud dell’Iraq, nel contesto di prolungate proteste anti-governative contro corruzione e clientelismo. Lo riferiscono media di Baghdad, secondo cui le violenze si sono registrate a Najaf, città santa sciita. Gli scontri a Najaf erano cominciati sabato e sono proseguiti per tutta la giornata di domenica. I manifestanti si sono riuniti nei pressi del palazzo del governatore, che rappresenta il potere centrale di Baghdad a livello locale, chiedendo la sua rimozione. Altri manifestanti hanno bloccato le strade dando fuoco a pneumatici e cassonetti di immondizie.