VIA CRUCIS
Sguardi che si in-Crociano negli ambienti di un ospedale

Le chiamate di Gabriele, l’infermiere

Marko Ivan Rupnik, Via Crucis Mengore - Slovenia
02 marzo 2021

V stazione Gesù è aiutato da Simone di Cirene


Mentre lo conducevano via, fermarono un certo Simone di Cirene, che tornava dai campi, e gli misero addosso la croce, da portare dietro a Gesù. (Lc 23, 26)

A volte mi chiedo perché ho scelto di fare l’infermiere. Insomma, non è cosa da poco trattare con le persone malate, accostarmi a tante sofferenze, farmi vicino anche all’intimità di un paziente, di cui posso essere figlio o nipote.

E poi, scherzo del destino…, tra qualche settimana sposerò una operatrice sanitaria, la mia splendida Annarita.

Poi però mi ricordo dei miei inizi, di quella chiamata particolare che ricevetti quando feci un’esperienza con un gruppo di giovani disabili, che mi ha cambiato la vita. Da allora ho capito che la mia esistenza poteva avere un senso solo nel servizio a chi soffre.

Questa notte Alberto, un signore anziano, mi ha chiamato almeno tre volte. Alcune notti sono proprio pesanti…

Con gli altri infermieri cerchiamo di sostenerci, di sorridere un po’, con simpatia. Nel cucinino del reparto c’è sempre la gioia di un caffè condiviso, o di qualche specialità portata da quelli del sud.

Poi però ripiombo nelle stanze dei malati, ascolto le loro richieste, incrocio sguardi che cercano un volto amico. E sento che il mio posto è lì. È vero, è un lavoro che mi serve per vivere, ma chiedo a Dio che non mi faccia mai cadere nell’abitudine. Anche quando mi sento “costretto”, come il Cireneo, ad aiutare qualcuno a portare la croce della malattia, che io lo faccia sempre con gioia.

Stanotte sono stato per il signor Alberto non solo un infermiere che cambia la flebo, ma un amico che lo ha fatto sorridere un po’.

Accogli, o Dio, la nostra preghiera e fa’ che seguendo con perseveranza l’esempio del tuo Figlio, raccogliamo frutti di giustizia e di pace. Egli è Dio e vive e regna nei secoli dei secoli.

Paolo Ricciardi
vescovo ausiliare di Roma


I versi di Daniele Mencarelli