VIA CRUCIS
Sguardi che si in-Crociano negli ambienti di un ospedale

Il fallimento
di Matteo, medico

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23 febbraio 2021

III stazione Gesù cade per la prima volta


Egli è stato trafitto per le nostre colpe, schiacciato per le nostre iniquità. Il castigo che ci dà salvezza si è abbattuto su di lui; per le sue piaghe noi siamo stati guariti. (Is 53, 5)

Tempi così duri non avrei potuto mai immaginarli. Dall’anno della pandemia sono stato toccato come medico e sono venute a galla tutte le mie fragilità di uomo. Ho lasciato mia moglie Arianna pochi mesi fa. Il nostro rapporto non funzionava da tempo, ma lei si illudeva che l’amassi ancora, non sapendo che il mio cuore era già per un’altra. Quando ha scoperto il mio segreto, nell’oppressione di giornate stressanti in ospedale, io ho solo aggiunto dolore a dolore. Ho fallito, come marito, come padre di due splendide figlie, Mirella e Giulia. Forse pure come amante.

Sono caduto, non tanto con il mio tradimento, ma con una lontananza progressiva dai miei impegni, da quella fedeltà quotidiana che soccombe sotto il peso dell’abitudine, dai ritmi di lavoro che prendono il posto e il cuore agli affetti di casa.

Sono medico perché ho sempre desiderato curare le piaghe degli altri, e mi ritrovo a non curare me stesso, i miei cari, i miei amici.

Eppure oggi, mentre passavo davanti alla cappella, ho voluto entrare, in silenzio, a pregare. Non lo facevo da tempo. Dopo un po’ mi si è avvicinato don Marco, il cappellano, che mi conosce da anni. Con fatica, ho sentito il bisogno di dirgli tutto, anche tra lacrime e silenzi.

Non so se mi sono confessato, forse lo farò prima o poi. Lui mi ha ascoltato, con cuore di fratello. Ha detto che pregherà per me e mi ha consegnato una piccola croce. Ora la stringo in mano e sento forte il desiderio di essere guarito dal perdono.

Concedi ai tuoi fedeli, o Signore, la sapienza della Croce, perché illuminati dalla passione del tuo Figlio portiamo generosamente il suo giogo soave. Per Cristo nostro Signore.

Paolo Ricciardi
vescovo ausiliare di Roma


I versi di Daniele Mencarelli