Il Papa citato nel discorso al Senato

Draghi: il dovere dell’unità

epa09017935 Italian premier Mario Draghi during his address to the Senate ahead of a confidence ...
17 febbraio 2021

Mario Draghi, presidente del Consiglio, chiede la fiducia al Parlamento con un lungo discorso al Senato. Lancia lo sguardo avanti in tre tappe temporali che eccedono addirittura il suo mandato: il 2026, arco del piano di rilancio Next Generation eu , il 2030 per il bilancio del percorso di transizione verso l’abbattimento delle emissioni di carbonio fissato dalla comunità internazionale nel 2050. «Che mondo troveremo allora?» chiede. «L’importante — si risponde l’ex presidente della Banca centrale europea — è arrivare ad un buon pianeta, non solo ad una bella moneta». La sola citazione del presidente del Consiglio — a parte un accenno a Cavour sulle riforme — è corposa e dedicata a Papa Francesco del quale riprende la catechesi dell’udienza generale in occasione della cinquantesima giornata della Terra (22 aprile 2020). Ricorda Draghi, riferendosi alla piaga della pandemia: «Come il Papa ha detto: le tragedie naturali sono la risposta della terra al nostro maltrattamento. E io penso che se chiedessi al Signore che cosa pensa, non credo mi direbbe che è una cosa buona: siamo stati noi a rovinare l’opera del Signore». Draghi continua: «Lo spazio che alcune megalopoli hanno sottratto alla natura potrebbe essere stata una delle cause della trasmissione del virus dagli animali all’uomo». Si appella, allora, all’«unità». Un’unità, come quella, si augura, che fu trovata nel dopoguerra nel nome di una «fratellanza nazionale» .

L’urgenza, prosegue poi, è curare «chi soffre adesso» trovando, però, nella cura la formula di una ricostruzione resiliente. Proteggere tutti i lavoratori, dice, ma non tutte le imprese. «Non basterà accendere di nuovo la luce dopo il black out — spiega — il mondo sarà diverso». Se l’Italia è e resterà saldamante agganciata all’euro, all’Europa ed alle sue relazioni atlantiche, Draghi avverte che molto dovrà cambiare nella struttura del Paese. L’epidemia, novantamila morti per difetto, ha scritto l’agenda: campagna vaccinale, sostegno ai colpiti dai sacrifici richiesti a settori produttivi — come quello del turismo — ma anche la transizione verso nuovi modelli. Il settore del turismo, in particolare, dice dovrà essere accompagnato ad una logica di rispetto più che di sfruttamento.

Da registrare i ripetuti riconoscimenti al governo Conte, per i provvedimenti di protezione sociale (incluso il blocco dei licenziamenti). Non formale il passaggio nel quale ringrazia Conte per avere affrontato «un’emergenza come mai prima nella storia repubblicana» e di aver lasciato «il fondamentale contributo» di un piano di rilancio avviato ed al quale farà riferimento.