I Musei Vaticani riaprono con un nuovo ascensore per le persone con disabilità

Ancora più accoglienti

Fotografia di A. Bracchetti
10 febbraio 2021

La riapertura dei Musei Vaticani dopo ottantotto giorni è un segnale di speranza, che può aiutare ad alleviare le sofferenze di questa lunga pandemia. La consapevolezza di un compito così gravoso, unita alla fiducia in un esito positivo della lotta al covid-19, sono state, in questi ultimi mesi, uno stimolo ulteriore per intraprendere e completare molti lavori di rinnovamento, cercando così di attuare la missione che il Santo Padre ha affidato alle sue collezioni: «Diventare sempre più una casa viva, abitata e aperta a tutti».

Con questo spirito, gli sforzi per adeguare gli spazi agli scenari futuri ed ancora incerti dell’esperienza museale e turistica non hanno rallentato nemmeno in questo periodo così complicato e hanno, tra l’altro, consentito di raggiungere uno straordinario risultato, a lungo atteso. Un nuovo ascensore permette infatti ora a tutte le persone con disabilità motoria di ammirare l’inestimabile patrimonio scultoreo del Museo Pio-Clementino, superando quelle barriere architettoniche che sinora rendevano complessa, se non addirittura preclusa, la visita a quel corpus di opere da cui le collezioni pontificie originano.

Ma non solo: l’elevatore serve anche le aree espositive del Museo Gregoriano Egizio e del Museo Gregoriano Etrusco. E così il Laocoonte, il Torso del Belvedere, il Marte di Todi, le testimonianze dell’arte egizia e del Vicino Oriente, si offriranno, finalmente, agli occhi e ai cuori di tutte le persone, senza distinzione. L’intervento è in linea con la convinzione che la ripartenza del turismo e una ritrovata centralità dei luoghi culturali non potranno prescindere da una cura sempre più attenta dei servizi dedicati ai bisogni speciali.

In una realtà come i Musei Vaticani, le soluzioni funzionali a questo scopo devono, naturalmente, sempre rispettare i delicati e preziosi ambienti preesistenti, ponendosi come vere e proprie sfide. Un simile lavoro di equilibrio tra istanze diverse richiede studio e prudenza, ma non può che essere all’ordine del giorno in un’istituzione che ha attraversato, con successo e sorprendete capacità di rinnovamento, cinque secoli di storia. Anzi, la ricerca di standard più elevati di inclusione e di sicurezza, nella tutela dei suoi tesori, rappresenta forse uno dei segreti della sua felice longevità.

Il nuovo ascensore, frutto del lavoro congiunto dei Musei Vaticani — tanto nella loro componente artistico-scientifica, quanto in quella amministrativo-gestionale — e della Direzione delle infrastrutture e servizi del Governatorato, è stato all’altezza di questo onore e di questa responsabilità. Il presidio fisso del personale del Corpo di custodia, che ne garantirà il migliore e più sicuro utilizzo, testimonia la volontà di coinvolgere tutte le componenti dei Musei Vaticani in questo nuovo paradigma dell’accoglienza, capace di abbracciare ogni persona.

Un indirizzo che Papa Francesco ha tracciato in un recente messaggio, consegnato alla Giornata internazionale delle persone con disabilità. Questa nuova opera prova a rispondere al suo desiderio di fare dell’inclusione la “roccia” su cui costruire i programmi e le iniziative delle diverse istituzioni: un richiamo al quale le collezioni vaticane non potevano rimanere insensibili e che troverà ancora, nei prossimi tempi, nuove iniziative ora in via di realizzazione.

di Paolo Nicolini
Vice-Direttore Amministrativo-Gestionale dei Musei Vaticani