Lunedì 8 febbraio la Giornata mondiale

Contro la tratta
Per la dignità di tutti

epa08990229 Some migrants are transferred to a new temporary center in Las Raices, La Laguna, ...
06 febbraio 2021

Siamo a metà degli anni Ottanta. Una bambina è in macchina con il papà e stanno percorrendo una strada importante in una piccola cittadina di provincia. Verso una zona un po’ periferica la piccola si rivolge al papà e gli chiede cosa facessero quelle “signorine tanto abbronzate” sedute sui bordi della strada. Il papà, imbarazzato, le risponde: “Continuano a prendere il sole”. La realtà, però, era un’altra e più sgradevole perché quelle “signorine” rappresentavano il primo di tanti nuclei di donne di colore, e non, impiegate nella prostituzione. E quella strada, come altre nella zona, ancora oggi offre “merce” di questo tipo a mostra del tremendo degrado e della corruzione non solo del territorio, ma del genere umano. Molto spesso sono ragazze assai giovani, appena adolescenti, costrette a stare sulla strada nella maniera più subdola e violenta. E non si capisce come si possono martoriarne i corpi — e le anime — senza che la coscienza pronunci un solo pensiero di disapprovazione o disgusto.

La tratta di esseri umani, in particolare donne e bambini, è sempre stato un problema di dimensioni gigantesche, che coinvolge uomini e donne su due fronti diversi: i carnefici, quelli che — con mente lucida e matematica — organizzano vendite, viaggi e altro; i buoni — per la maggior parte religiose e religiosi, ma non solo — che spendono la loro vita nella missione di sradicare questo cancro sociale, anche attraverso una fitta rete di sensibilizzazione, oltre che nell’impegno concreto sul campo, non facile.

In Italia il “sistema anti-tratta” ha individuato più di duemila vittime impiegate per l’85 per cento nello sfruttamento sessuale di cui l’86 per cento donne e ragazze provenienti da diversi Paesi dell’Africa e dall’Europa dell’Est (dati Save the children), mentre lo Stato italiano ha inasprito le pene e potenziato l’organico delle forze dell’ordine in questo campo. L’imprevisto covid ha creato una emergenza ancora maggiore, mettendo in evidenza nuovi scompensi sociali ed urgenze in tutto il mondo. La pandemia ha visto moltiplicarsi il cybercrime associato alla tratta e allo sfruttamento, in quanto il lockdown ha accresciuto la domanda di certi particolari servizi in video-chat nel dark-web, tra cui la pedopornografia.

Ma la tratta di esseri umani ha diverse sfaccettature e si innesta sulle esigenze lavorative e le nuove povertà. Tra i profughi, molti bambini vengono sfruttati nel lavoro nero dei campi o delle piccole industrie manifatturiere. In questo contesto, già di per sé drammatico, emerge, poi, uno scenario ancora più terribile ed oscuro: la tratta per il trapianto di organi. Donne, uomini e bambini vengono segregati e mantenuti in ottime condizioni per poi procedere all’espianto degli organi richiesti sul mercato nero: ancora una volta la logica del potere economico infrange qualsiasi legge morale, dimenticando ostentatamente la dignità di queste persone.

Il Papa nella Fratelli tutti ha sottolineato con enfasi la necessità di non lasciarsi prevaricare da idee fuorvianti che classificano alcune persone come di “minor valore” perché provenienti da contesti meno sviluppati economicamente e socialmente. Dice infatti: «È inaccettabile che i cristiani condividano questa mentalità e questi atteggiamenti, facendo a volte prevalere certe preferenze politiche piuttosto che profonde convinzioni della propria fede: l’inalienabile dignità di ogni persona umana al di là dell’origine, del colore o della religione, e la legge suprema dell’amore fraterno» (Fratelli tutti, 39).

In questo senso va sottolineato l’impegno di Talitha Kum  la Rete internazionale della Vita consacrata contro la tratta di persone. Nata nel 2009 essa è un progetto realizzato dall’Unione internazionale delle superiore generali  ( u isg), in collaborazione con l’Unione internazionale superiori generali  ( u sg) e un gruppo di organizzazioni partner. Attraverso la rete, permette la collaborazione e l’intercambio di informazioni, tra donne e uomini consacrati in 70 Paesi. Coordinatrice internazionale è suor Gabriella Bottani, comboniana, che il Presidente della Repubblica italiana nel 2019 ha nominato Ufficiale dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, proprio per il suo impegno contro la tratta di esseri umani. Il suo Report del maggio 2020 ci consente di cogliere appieno quale è stato lo sviluppo della tratta in questi ultimi mesi: «La pandemia ha funzionato come una lente che ha ingrandito ed aggravato le ingiustizie e le vulnerabilità di miliardi di persone nel mondo. Il primo dato riportato da tutte le reti è il visibile aggravarsi delle vulnerabilità e aumento esponenziale delle persone rese vulnerabili da condizioni di estrema povertà. Tra i principali gruppi riportati si trovano le donne, i bambini, le minoranze etniche, i cittadini stranieri — in particolare coloro che sono senza documenti — e le popolazioni indigene» (Suor Gabriella Bottani, Roma, 12 Maggio 2020).

A sostegno di questo incessante lavoro il Papa ha voluto istituire nel 2015 la Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta di persone ( gmpt ) nel giorno della memoria liturgica di santa Bakhita. Anche quest’anno siamo fortemente chiamati ad unirci a questa intenzione di preghiera affinché il “modello economico dominante” non si radichi a tal punto nella struttura sociale da privare le persone di ciò che le rende veramente “umane”: il senso profondo della solidarietà e della carità verso tutti, e quella speranza in un domani migliore, in una umanità che ha sete di «pienezza, di vita realizzata, di un misurarsi con ciò che è grande, con ciò che riempie il cuore ed eleva lo spirito verso cose grandi, come la verità, la bontà e la bellezza, la giustizia e l’amore» (Fratelli tutti, 55).

di Caterina Ciriello