Il calendario 2021 della Caritas di Catania

Storie di chi è costretto
a vivere in strada

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13 gennaio 2021

«Per tetto… il cielo - Storie di chi dorme per strada» è il titolo del calendario 2021 realizzato dalla Caritas di Catania che punta a sensibilizzare cittadini e fedeli sulla difficile situazione che il capoluogo della provincia etnea vive in questo tempo di pandemia. Il calendario raccoglie 12 storie di senza fissa dimora che hanno voluto “regalare” pezzi delle loro esistenze per ricordare a tutti che il confine tra una vita considerata “normale” e una vita vissuta per strada è spesso assai labile. È, allo stesso tempo, un racconto condiviso e anonimo degli ultimi tra gli ultimi al cui interno si trova anche un’ampia documentazione fotografica, inserita nel pieno rispetto della dignità e della privacy dei soggetti. «Per tetto… il cielo - Storie di chi dorme per strada» offre una panoramica sulle vite dei nostri fratelli che non hanno una casa: un signore abbandonato dalla moglie che vive da oltre un decennio sotto i portici, un ragazzo che faticosamente cerca di disintossicarsi, un padre allontanato dalla famiglia che prova a sbarcare il lunario, uno che teme per il suo giaciglio e un altro che condivide gioie e dolori con oltre una ventina di cani. Sono solo alcune delle storie raccontate ai volontari dell’organismo diocesano per testimoniare una vita invisibile a molti eppure presente nelle esistenze di tanti. L’edizione è impreziosita dalle riflessioni dell’arcivescovo di Catania, monsignor Salvatore Gristina, e del direttore della Caritas diocesana, don Piero Galvano. «Nessuno di noi ha mai fatto l’esperienza di trascorrere una settimana dormendo all’aperto, sotto il cielo, né in estate, né tantomeno durante l’inverno. Penso proprio — dichiara don Galvano — che non riusciamo a capire le difficoltà, i problemi, le sofferenze e la morte di chi non ha un “tetto”, un “letto”, un “piatto”: tutti diritti fondamentali che la società dovrebbe garantire ad ogni uomo. Eppure, anche nella nostra città, italiani e stranieri, sono accomunati dalla stessa ingiustizia sociale che trascura, scarta gli ultimi perché non c’è posto per loro nelle scelte politiche.. Le parole non bastano, occorrono i fatti».

Per richiedere una copia del calendario, è possibile scrivere a comunicazione@caritascatania.it. Chi vuole potrà fare un’offerta che servirà a dare sostegno all’ente caritativo per far fronte a questa difficile situazione. Quella che sta vivendo la cittadina etnea, infatti, è una crisi senza precedenti che ha messo in ginocchio l’economia locale e impoverito centinaia di famiglie e di lavoratori del sommerso, determinando, rispetto agli anni passati, l’aggravarsi della situazione, già precaria. Dall’inizio della pandemia fedeli, sacerdoti e volontari collettivamente, come in una grande famiglia, continuano, senza sosta, a sostenere i più bisognosi nella tempesta dell’emergenza coronavirus. Negli ultimi mesi, gli operatori della Caritas, con l’aiuto dei volontari, sono impegnati nella distribuzione di capi di abbigliamento e nella preparazione di oltre un centinaio di pasti in più al giorno «Crediamo che i sussidi da soli — aggiunge il direttore della Caritas — non siano sufficienti per aiutare le persone, perché non sono educativi. Per la dignità stessa della persona è opportuno che siano finalizzati al lavoro, alla ricerca di un modo per potersi guadagnare il pane col sudore della fronte. Anche per questo pensiamo che una volta terminata l’erogazione del reddito di cittadinanza e lo sblocco dei licenziamenti la povertà possa crescere molto di più». Il sacerdote tiene a precisare che dall'inizio della pandemia e con l’intensificarsi dell’emergenza «non abbiamo fatto mancare il nostro sostegno, come parrocchia e come Caritas, con la preghiera e attraverso l’acquisto di beni materiali».

Le criticità già rilevate dalla Caritas diocesana nel corso del 2019 e del 2020 sono state soltanto parzialmente arginate dalle misure statali di sostegno, come il reddito di cittadinanza o la cassa integrazione. Per alcuni cittadini quest’ultima misura si è rilevata poco incisiva per l’inadeguatezza delle risorse assegnate, per il ritardo nei pagamenti, per le difficoltà relative alla gestione razionale di un sussidio o per l’assenza delle informazioni adeguate per accedervi. Con l’emergenza, poi, agli utenti tradizionalmente inseriti nei circuiti di assistenza della Caritas, si sono aggiunte le nuove facce della povertà — famiglie numerose, occupati stagionali, lavoratori saltuari — che porteranno, in caso di rimodulazione o di conclusione dei sussidi, a triplicare le richieste già a partire da quest’anno.

di Francesco Ricupero