A colloquio con il direttore delle Infrastrutture e servizi del Governatorato

Obiettivo green per il 2050

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17 dicembre 2020

Il raggiungimento di “emissioni zero” nel 2050 per lo Stato della Città del Vaticano è un traguardo a portata di mano e non un semplice auspicio. Concretamente il Governatorato sta portando avanti progetti e iniziative volte a ridurre l’impatto ambientale, gli sprechi e il dispendio di energia, utilizzando sempre più fonti rinnovabili. Ne parla in questa intervista a «L’Osservatore Romano» il direttore della Direzione delle Infrastrutture e servizi, padre Rafael García de la Serrana Villalobos.

Quali saranno gli interventi principali che realizzerete in vista di questo obiettivo?

La neutralità climatica potrà essere conseguita dallo Stato della Città del Vaticano anzitutto attraverso l’impiego di pozzi di assorbimento naturali, come suolo e foreste, e la compensazione delle emissioni prodotte in un settore attraverso la loro riduzione in un altro. Ovviamente si procede investendo nelle energie rinnovabili, nell’efficienza energetica o in altre tecnologie pulite come la mobilità elettrica. E si promuovono politiche di green economy, cioè di economia circolare, come per esempio la trasformazione dei rifiuti organici e degli scarti delle potature in terriccio di qualità, e una politica di gestione dei rifiuti incentrata sul concetto di non considerarli come scarti ma come risorsa.

Quali settori saranno coinvolti in modo particolare?

Molti sono i settori coinvolti, a cominciare dall’ingegneria energetica, con la riqualificazione degli impianti tecnologici, cioè delle centrali termiche e degli impianti di climatizzazione. Per quanto riguarda l’acqua, si è provveduto all’ottimizzazione dell’utilizzo della risorsa idrica, con circuiti chiusi nelle fontane, con il raffreddamento dei gruppi frigoriferi e con vasche di prima pioggia per usi irrigui. Importante è poi l’uso razionale dell’energia elettrica, tramite lampade a led e l’import da fonti rinnovabili. Ma anche la riduzione degli sprechi comuni, attraverso la digitalizzazione informatica dei documenti, l’impiego di autovetture di servizio a trazione elettrica, i distributori di acqua potabile. Senza dimenticare il programma di riforestazione in aree appartenenti allo Stato che compensino al massimo le emissioni prodotte. Sono allo studio progetti di valorizzazione dei rifiuti urbani che consentano una trasformazione degli stessi in risorsa, sia termica sia elettrica, così come la trasformazione dei rifiuti ospedalieri in combustibile, evitando così la gestione come rifiuto pericoloso. Vi sarà una graduale sostituzione del parco automobilistico con autovetture a trazione elettrica o ibrida e la manutenzione regolare del parco veicolare in modo da ridurre i consumi e, in generale, l’impatto sull’ambiente attraverso operazioni di smaltimento, recupero e rottamazione validate e certificate.

A che punto siamo adesso con le riduzioni delle emissioni? Quali sono gli impianti che già hanno raggiunto l’obiettivo?

La Direzione delle Infrastrutture e servizi del Governatorato nel corso degli ultimi anni ha intrapreso una serie di iniziative di adeguamento normativo e di riqualificazione energetica degli impianti tecnologici. A partire dalla ratifica del Protocollo di Montreal del 2008, con la progressiva sostituzione — dal 2012 al 2020 — dei vecchi gruppi frigoriferi che utilizzavano gas non ecologici con nuove unità maggiormente performanti dal punto di vista dell’efficienza energetica. Ma anche con altre significative iniziative: la realizzazione nel 2008 di un impianto fotovoltaico sulla copertura dell’Aula Paolo vi , l’installazione nel 2009 di un impianto di solar-cooling a servizio della mensa del centro industriale e, nel 2010, di una nuova centrale di teleriscaldamento con unità di generazione ad alto rendimento e ottimizzazione dei sistemi di produzione e di scambio del calore. Dal 2012 al 2020 sono state anche riqualificate le centrali e le sottostazioni termiche e i relativi sistemi di termoregolazione, in modo da ottenere migliori performance in termini di efficientamento energetico, con riduzione dei consumi di gas metano e di energia elettrica e di emissioni inquinanti in atmosfera. Si è provveduto poi al retrofit e alla sostituzione degli impianti di condizionamento ad espansione diretta con sistemi a minore impatto ambientale e meno energivori. Si sono installati anche sistemi di ventilazione con recupero di calore. L’obiettivo dell’import di energia elettrica completamente prodotta da fonti rinnovabili è stato raggiunto già nell’anno 2019. Ed è stata anche eliminata la vendita di prodotti in plastica monouso.

E per quanto riguarda, in particolare, la tutela e la cura dell’ambiente naturale?

È stato promosso un programma di riforestazione dello Stato che ha portato in tre anni alla piantumazione di 300 alberi di diverse specie. Un traguardo importante per il rispetto dell’ambiente è che lo Stato quest’anno ha raggiunto l’obiettivo di essere libero di pesticidi. È stato anche realizzato un nuovo impianto di innaffiamento dei Giardini Vaticani, che consente un risparmio di circa il 60% delle risorse idriche. Si è incentivata la raccolta differenziata dei rifiuti urbani, che dal 42% di differenziazione nel 2016 è arrivata al 65% nel 2020, con l’obiettivo entro il 2023 di raggiungere quota 75%. Si è raggiunta poi la differenziazione dei rifiuti speciali pari al 99%, consentendo un invio a recupero pari al 90% e dando così valore alla politica del rifiuto come risorsa e non più come scarto. Ad esempio, vengono effettuati il recupero e il riciclo della carta e del cartone, degli oli esausti di origine vegetale, i quali vengono reimpiegati per la produzione di biodiesel, delle batterie al piombo esauste, dell’olio minerale. Si recuperano anche le bottiglie in Pet, tramite la distribuzione all’interno dello Stato di compattatori dedicati, e i materiali di scarto provenienti dalla manutenzione del verde e dei rifiuti organici vengono trasformati in compost di qualità, impiegato nei Giardini vaticani.

di Nicola Gori