Firmata un’intesa tra i metropoliti Emmanuel di Francia e Jean di Doubna

Comunque ortodossi

Il metropolita Emmanuel di Francia firma l’accordo
09 dicembre 2020

Pacificare le relazioni fra le parti, organizzare la convivenza fraterna ed ecclesiale tra le diverse comunità, garantire a tutti l’accesso al ricco patrimonio spirituale e culturale comune: sono i tre assi portanti sui quali si basa l’accordo firmato il 4 dicembre a Parigi (nei rispettivi uffici a causa dell’emergenza sanitaria) dal metropolita Emmanuel di Francia, rappresentante del Patriarcato ecumenico, e dall’arcivescovo metropolita Jean di Doubna, presidente dell’Unione direttrice diocesana delle associazioni ortodosse russe nell’Europa occidentale. Un accordo volto appunto ad assicurare un futuro di pace e armonia alle due comunità e che costituisce il culmine di un lavoro di mediazione teso a trovare una soluzione pacifica allo stato di conflitto esistente.

La decisione presa il 27 novembre 2018 dal sinodo del Patriarcato ecumenico di Costantinopoli di revocare il Tomos che canonicamente collegava a esso l’Arcivescovado delle chiese ortodosse di tradizione russa in Europa occidentale ha infatti generato, all’interno delle parrocchie membro dell’Unione, intensi dibattiti durante i quali è emersa una grande diversità di posizioni e sensibilità. Come informa un comunicato, «durante questo processo, spesso doloroso, è emersa una nuova realtà: da un lato il desiderio di alcune parrocchie di seguire le decisioni del sinodo e di rimanere obbedienti al Patriarcato ecumenico, dall’altro il ricongiungimento dell’Arcivescovado delle chiese ortodosse di tradizione russa in Europa occidentale al Patriarcato di Mosca, confermato il 3 novembre 2019 dalla concessione di una Gramota patriarcale e sinodale».

Ciò ha reso necessario stabilire un’intesa formale accettata da tutti al fine di garantire buone relazioni tra le comunità. Ed è in questo spirito che i rappresentanti di entrambe le parti «si sono adoperati per dare un segnale forte di esemplarità secondo ciò che deve essere la vita nella Chiesa». Tre, come accennato, i punti salienti del documento, che si apre con una citazione di san Giovanni Crisostomo. Innanzitutto deve esserci il riconoscimento reciproco e il rispetto scrupoloso delle decisioni delle parrocchie e delle comunità membro dell’Unione diocesana di rimanere o meno nella stessa (passata sotto l’autorità del Patriarcato di Mosca), preservandone i mezzi, specialmente materiali, per consentire loro di proseguire pacificamente il cammino spirituale, qualunque sia la decisione che hanno preso. In secondo luogo deve essere garantita la convivenza tra le comunità delle diverse metropoli in Europa presiedute dai gerarchi del Patriarcato ecumenico e quelle dell’Unione direttrice diocesana delle associazioni ortodosse russe in Europa occidentale presieduta da Jean di Doubna, «secondo le esigenze della vita nella Chiesa». Va infine assicurato a tutti l’accesso al patrimonio spirituale e culturale comune, che sarà preservato e digitalizzato dall’Unione diocesana per le future generazioni.

Le parti condividono la convinzione che la prova della pandemia «deve contribuire alla pacificazione ecclesiale» e invitano a rimettere al centro l’essenziale: l’amore per il prossimo e l’esempio del perdono.

di Giovanni Zavatta