Le agenzie dell’Onu denunciano il drammatico aumento dei casi di malnutrizione nel Paese

Yemen, la tragedia dimenticata

A malnourished girl lies on a bed at the malnutrition treatment ward of al-Sabeen hospital in Sanaa, ...
28 ottobre 2020

Lo Yemen rimane la peggiore crisi umanitaria del mondo. Oltre 24 milioni di persone, di cui la metà bambini, hanno bisogno di assistenza e protezione umanitaria. Si stima che un bambino su cinque al di sotto dei cinque anni in alcune zone del paese sia gravemente malnutrito e abbia urgente bisogno di cure, mentre in generale i casi di malnutrizione aumentano in tutto il sud del paese.

Sono questi i dati dell’ultimo report pubblicato ieri da Fao, Unicef, e Wfp, secondo cui i tassi di malnutrizione acuta tra i bambini sotto i cinque anni sono i più alti mai registrati in alcune zone dello Yemen, con oltre 500.000 casi nei distretti meridionali. «È da luglio che avvertiamo che lo Yemen è sull'orlo di una catastrofica crisi di sicurezza alimentare. Se la guerra non finisce adesso, ci avviciniamo verso una situazione irreversibile e al rischio di perdere un’intera generazione di giovani yemeniti» ha dichiarato Lise Grande, coordinatrice umanitaria dell’Onu per lo Yemen. «I dati di oggi confermano che la malnutrizione acuta fra i bambini sta raggiungendo i livelli più alti che abbiamo visto dall’inizio della guerra».

Gli esperti delle Nazioni Unite avvertono inoltre che almeno 250.000 donne in stato di gravidanza o di allattamento hanno bisogno di cure per la malnutrizione.

L’analisi di Fao, Unicef, e Wfp — che riguarda solo 133 distretti nelle zone meridionali dello Yemen, dove vivono 1,4 milioni di bambini sotto i cinque anni — rivela un aumento di quasi il 10% dei casi di malnutrizione acuta soltanto nel 2020. Un dato impressionante, sul quale la pandemia di coronavirus ha giocato un ruolo non da poco. Ma oltre al coronavirus, va ricordato che lo Yemen è in preda a un terribile conflitto armato da anni. Le infrastrutture fondamentali del Paese sono state quasi completamente distrutte. Ospedali, scuole e strade rischiano di scomparire del tutto.

«Il circolo vizioso di conflitti e fame nello Yemen sta costando caro a coloro che sono già i più vulnerabili. Possiamo fermare questa tendenza devastante. È giunto il momento di agire» ha dichiarato Laurent Bukera, direttore del Wfp nello Yemen. Per fornire gli aiuti necessari, però, le Nazioni Unite e i partner hanno bisogno urgente di fondi: a metà ottobre, sono stati ricevuti solo 1.43 miliardi di dollari dei 3.2 necessari nel 2020. «È straziante — ha ammesso Lise Grande — che in un momento in cui la gente ha più bisogno di noi, non possiamo fare ciò che è necessario perché non abbiamo fondi».

Sul piano politico ci sono segnali incoraggianti. Le parti in conflitto — i ribelli huthi e il governo del presidente Hadi riconosciuto dall’Onu e sostenuto da Riad — hanno raggiunto un accordo per lo scambio di prigionieri. L’ultimo scambio di prigionieri è avvenuto lo scorso 15 ottobre grazie alla mediazione della Croce Rossa internazionale e delle Nazioni Unite. «Si tratta di un passo importante verso la pace» ha dichiarato il segretario generale delle Nazioni Unite, António Guterres.