Dopo l’uccisione di un afroamericano a sei giorni dall’election day

Philadephia, esplode la rabbia

Dimostranti affrontano la polizia schierata in assetto antisommossa a Philandephia ( Reuters)
28 ottobre 2020

È un copione già visto, purtroppo. Gli agenti ricevono una segnalazione e accorrono sul posto. Scoppia lo scontro e la vittima è un afroamericano. Come accaduto a George Floyd, ucciso per soffocamento lo scorso maggio a Minneapolis. Come accaduto anche ieri a Philadelphia a Walter Wallace, 27 anni. I poliziotti erano stati chiamati per la presenza di un uomo col coltello. Arrivati sul posto — secondo le ricostruzioni dei media — avrebbero ordinato più volte a Wallace di gettare a terra l’arma. Il giovane, tuttavia, «continuava ad avanzare verso di loro» e la situazione è degenerata.

La morte di Wallace ha scatenato le proteste. Trenta agenti sono rimasti feriti negli scontri con i manifestanti. Auto della polizia e cassonetti dell’immondizia sono stati dati alle fiamme. La maggior parte degli agenti feriti sono stati colpiti da oggetti come mattoni e sassi. I manifestanti hanno cercato anche di raggiungere la sede della polizia. Un agente è stato ricoverato in condizioni stabili con una gamba rotta e altre ferite, dopo essere stato investito da un pickup. I nomi degli agenti che hanno ucciso Wallace non sono stati rivelati: entrambi indossavano body cameras e, in attesa delle indagini, non saranno in servizio. Il commissario di polizia Danielle Outlaw ha promesso un’inchiesta completa su quanto accaduto. Il sindaco di Philadelphia Jim Kenney, democratico, ha detto di aver visto «il video di questo tragico incidente» e che esso «presenta domande difficili a cui bisogna rispondere».

Anche questa volta, come accaduto per la morte di Floyd, è stato un video registrato da un passante con uno smart-phone a rivelare la dinamica dei fatti. Nelle immagini, diffuse dalla Cnn e da altre emittenti Usa, si vedono i due agenti sparare alcuni colpi e poi Wallace cadere a terra in strada. A quel punto una donna corre verso il corpo di Wallace gridando e diversi passanti si avvicinano. Ciononostante, dal filmato non è chiaro se il giovane avesse o meno un coltello o un’arma da fuoco. Il cugino della vittima, Carnell Hurley, ha dichiarato che Wallace sarebbe stato colpito davanti a sua madre e suo fratello e che, secondo lui, si trovava almeno a «sei metri di distanza» quando gli agenti hanno «sparato una decina di colpi». Secondo i media, Wallace si era sposato di recente e aveva sette figli e uno in arrivo. Suo padre, Walter Wallace Sr., parlando a un giornale locale ha reso noto che il figlio era in cura per problemi di salute mentale. Non è chiaro se, al momento dell’arrivo degli agenti, il giovane stesse avendo una crisi.

L’uccisione di Wallace e gli scontri a Philadelphia irrompono sulla scena politica americana a pochissimi giorni dal voto e al termine di una tesissima campagna elettorale. La Casa Bianca ha già lanciato il suo monito, riprendendo lo slogan “law and order” del presidente Donald Trump. «Siamo pronti a dispiegare risorse federali, il presidente non tollererà alcuna violenza contro le forze dell’ordine americane. Lasceremo che le indagini facciano il loro corso ma non consentiremo l’illegalità nelle nostre strade» ha detto la direttrice delle comunicazioni Alyssa Farah. Il candidato democratico, Joe Biden, e il suo vice, Kamala Harris, hanno condannato le violenze. La vita di Wallace «come molte altre, era una vita nera che contava, per sua madre, per la sua famiglia, per la sua comunità, per tutti noi» si legge in un comunicato. «Nessun livello di rabbia contro le reali ingiustizie nella nostra società giustificano le violenze come quelle che hanno avuto luogo a Philadelphia».

È ancora presto per dire se i fatti di Philadelphia sposteranno voti a favore dell’uno o dell’altro candidato. Certo è che gli Stati Uniti vengono da un anno molto difficile, caratterizzato dalle proteste per le tensioni razziali, da una ripresa dei movimenti sovranisti e dalle manifestazioni del movimento Black Lives Matter. Tuttavia, la pandemia resta in cima all’agenda.

Sono più di 71 milioni gli elettori americani che hanno votato in anticipo. Nel dettaglio, secondo gli ultimi dati dell’Us Election Project dell’Università della Florida hanno votato almeno 71.063.593 americani, con ben 47.753.131 voti per posta. Buona parte dei voti proviene da California, Texas e Florida, gli stati più popolosi.

Le ultime battute della campagna elettorale si concentrano soprattutto sull’emergenza sanitaria dovuta alla pandemia. «In questa elezione la scelta è tra la ripresa di Trump o la depressione di Biden. È tra il boom di Trump o il lockdown di Biden. È tra il nostro piano di uccidere il virus o quello di Biden di uccidere il sogno americano» ha affermato su Twitter il presidente impegnato negli ultimi comizi. Molto simile il tono usato da Biden. Di fronte al virus «Trump ha scrollato le spalle, ha fatto lo spavaldo e poi si è arreso» ha dichiarato ieri il candidato dem nel corso di un incontro in Georgia. «Sono qui per dirvi che avremo il controllo su questo virus».

Da segnalare che ieri, con una sentenza che ha diviso i giudici (5 a 3), la Corte suprema ha rifiutato di estendere in Wisconsin, uno dei principali Stati in bilico, la validità del voto postale se le schede arriveranno fino a sei giorni dopo l’election day. Si tratta di una vittoria per i repubblicani, che avevano chiesto espressamente questo provvedimento.

di Luca M. Possati