Alcuni militanti appartenenti all’estrema destra serba hanno tentato un’aggressione ai danni dei partecipanti al festival Mirëdita, Dobar Dan durante la giornata di apertura dello scorso 22 ottobre a Belgrado. A partecipare all’azione sono stati centinaia di manifestanti, in gran parte seguaci dei partiti politici serbi Srpska Desnica e Srpska Stranka Zavetnici, entrambi noti per le posizioni ultraconservatrici e nazionaliste. La polizia serba è però prontamente intervenuta, riuscendo a formare un cordone intorno alla sede dell’iniziativa e a impedire l’ingresso ai militanti. Questi si sono fermati all’esterno dell’area, intonando slogan contro l’indipendenza del Kosovo e inneggiando alla violenza contro i partecipanti al festival. Uno dei militanti è inoltre riuscito a eludere le misure di sicurezza e a salire sul palco della manifestazione culturale, dove ha strappato di mano il microfono alla conduttrice e protestato ad alta voce contro l’evento prima di essere portato via di peso dalla sicurezza.
Il festival Mirëdita, Dobar Dan (letteralmente, “buon giorno” in serbo e in albanese) si svolge ogni anno a Belgrado dal 2014. Solitamente previsto per il mese di giugno, era stato posticipato quest’anno a causa della pandemia di covid-19. Scopo della manifestazione è quello di promuovere il dialogo fra serbi e kosovari tramite lo scambio culturale, in modo da costruire migliori relazioni sociali e politiche fra i due Paesi.
Il fondatore dell’evento, Kushtrim Koliqi, ha dichiarato che considera assurdo come i giovani di entrambi i Paesi non conoscano l’altro se non attraverso gli stereotipi e i pregiudizi che gli sono stati raccontati da altri. Ideato e realizzato da tre organizzazioni non governative (la kosovara Integra e le serbe Youth initiative for human rights e Civic initiatives), il festival consiste in una serie di incontri, proiezioni cinematografiche e performance teatrali ispirati dalla cultura kosovara con influenze albanesi. Questa non è la prima volta che l’iniziativa si trova minacciata da aggressioni esterne.
Già le passate edizioni, infatti, erano state segnate da incidenti di vario genere e scontri fra i dimostranti ostili alla manifestazione e le forze dell’ordine serbe. «Putroppo, gli anni passano ma la stessa scena si ripete ogni volta», ha commentato Fiona Jelici, una degli organizzatori.
Ciò che i manifestanti contestano è la politicizzazione a loro parere eccessiva del festival, ritenendolo uno strumento del Partito progressista serbo, attualmente al governo, per accrescere il suo consenso.
di Giovanni Benedetti