· Città del Vaticano ·

Nel Nagorno-Karabakh

Ancora violata la tregua

epa08751898 A view of a house allegedly damaged by recent shelling in Ganja, Azerbaijan, 17 October ...
19 ottobre 2020

È già stata violata la nuova tregua umanitaria tra Armenia e Azerbaigian nella regione caucasica meridionale contesa del  Nagorno-Karabakh, siglata sabato  ed entrata in vigore domenica.

L’intesa per fare tacere le armi era stata annunciata dal Ministro degli Esteri russo Lavrov, dopo circa dieci ore di trattative, e aveva lo scopo di fermare gli scontri a fuoco e i bombardamenti — ripresi con estrema violenza lo scorso 27 settembre —  per permettere ai due Paesi in conflitto di scambiarsi prigionieri e feriti, con la mediazione della Croce Rossa. Ma già nelle ore successive alla firma dell’accordo, Armenia e Azerbaigian si sono accusati reciprocamente di perpetrare dei combattimenti

Yerevan ha accusato, attraverso un tweet del portavoce del Ministero della Difesa, l’Azerbaigian di avere bombardato ieri, per due ore, il fronte settentrionale del conflitto e di avere lanciato missili sul fronte meridionale.
Da parte sua, il Ministero della Difesa di Baku ha accusato l’Armenia di avere violato il cessate il fuoco, attaccando con l’artiglieria le aree che le forze azere avevano riconquistato, pur senza causare vittime. Secondo l’agenzia di stampa azera Apa, l’esercito di Baku ha adottato «adeguate misure di risposta».

Non conosce pace, quindi, il conflitto riesploso alla fine del mese scorso nel Nagorno-Karabakh. A riguardo, il Presidente della Turchia, Recep Tayyip Erdoğan, ha   accusato ieri Stati Uniti, Russia e Francia di fornire supporto militare all’Armenia. Intervenendo a Sirnak, nel sudest turco, Erdoğan ha confermato il proprio appoggio all’Azerbaigian, auspicando «che il Paese possa trionfare nel conflitto allontanando gli armeni dal territorio occupato».

Ankara ha comunque ribadito la proposta di negoziati a quattro con Russia, Armenia e Azerbaigian, per cercare una soluzione al conflitto nel Nagorno-Karabakh. Le vittime sono già centinaia. Questi combattimenti sono i più aspri nella regione dal 1994, quando una guerra durata sei anni si era conclusa con un cessate il fuoco.
Un tregua è stata chiesta a più riprese e a gran voce dall’Unione Europea. «Qualsiasi forma di azione contro i civili e i siti civili di entrambe le parti deve fermarsi e il cessate il fuoco deve essere pienamente rispettato senza ritardi», ha dichiarato da Bruxelles un portavoce del Servizio europeo per l’azione esterna.