· Città del Vaticano ·

Il Vangelo della XXI Domenica del Tempo ordinario (Matteo 16, 13-20)

Le domande di Gesù

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18 agosto 2020

Davanti al mistero di Cristo è perfino banale dire che, essendo la verità, è la risposta alle nostre domande. Egli infatti non si limita a rispondere, ma domanda. Non alla maniera del professore antipatico, smanioso d’interrogare gli studenti, ma come chi apre il cuore, rivelando quanto vi freme, come un’esposizione del Santissimo. A differenza dei problemi che, prima o poi, trovano sempre una soluzione, le domande esigono di dissolversi in esse, poiché non lasciano più come prima. Sono pericolosissime: chi le pone passa alle dipendenze di chi risponderà e chi le ascolta ne rimane disturbato. Nel Vangelo odierno, il Signore pone una delle più rischiose domande: «Chi sono per voi?», «Chi sono per te?». Probabilmente avremmo molta paura ad esprimerci così, perfino con la persona più amata. Non sappiamo come risponderà.

Gesù afferma di essere «la via, la verità e la vita» e al contempo chiede: «Chi sono per te?», «Forse volete andarvene anche voi?», «Dio mio, Dio mio perché mi hai abbandonato?», «Pietro, mi ami tu?», «Mi vuoi bene?». Cancellare dalla verità che è Gesù le sue domande, quelle che legano il Figlio di Dio ad ogni nato da donna, significa trasformarlo in un ricettario di puntigliose risposte a questioni che magari più nessuno pone. Avessimo il coraggio di rivolgere le medesime domande di Cristo, di sentirne il peso, l’inquietudine, il rischio, il dolore! Ci sentiremmo fratelli e sorelle di tutti; non ci vergogneremmo di nessuno, come lui non si vergogna di noi.

La nostra anima è uno scaffale di risposte, o trema ancora alla voce di qualche domanda? Quale? Un metodo efficace per ammutolire le domande è moltiplicare i problemi. Così si resta dinamici, agitati, eppure lontani dalla vita.

di Giovanni Cesare Pagazzi