· Città del Vaticano ·

Il 26 agosto 1978 l’elezione di Giovanni Paolo I

Il tesoro di una dignità sapienziale

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25 agosto 2020

In occasione dell’anniversario dell’elezione di Albino Luciani alla cattedra di Pietro, avvenuta il 26 agosto 1978, pubblichiamo un testo tratto dalla prefazione che il cardinale prefetto della Congregazione per il clero, postulatore della causa di canonizzazione, ha scritto al volume di Stefania Falasca, Davide Fiocco, Mauro Velati Giovanni Paolo I. Biografia ex documentis, in uscita per la Libreria Editrice Vaticana.

Nel 2008, lo storico veneto Giorgio Cracco rilevava, nel corso di un convegno, che trovava straordinario potersi dedicare a una figura come Albino Luciani sul quale «sembra che nessuno voglia parlare davvero (e con questo davvero intendo in termini rigorosamente scientifici, ossia solo sulla base di testi e documenti)» segnalando come sul piano dell’interesse storiografico Giovanni Paolo I avesse trovato fino a quel momento uno spazio modesto, per non dire minimale, riscuotendo un’attenzione pallida, da personaggio tutt’altro che epocale.

Dobbiamo infatti dire che la figura, l’operato e la personalità di Albino Luciani, sono stati poco frequentati negli anni Ottanta e Novanta del secolo scorso dalla storiografia, e se è vero che hanno incontrato nuova fortuna solo in questi primi anni del XXI secolo, e in particolare nell’ultimo decennio, ancora scarsi sono i contributi di rilievo dal punto di vista storiografico.

Credo pertanto importante rilevare quanto la Causa di canonizzazione di Giovanni Paolo I, permettendo l’accesso alle fonti documentali — le sole che possono consentire uno scavo analitico e un parlare di Luciani in termini scientifici — abbia potuto contribuire in questa direzione consentendo finalmente appieno questa possibilità.

La Biografia ex documentis che ora viene ridata alle stampe — in collaborazione con la nuova Fondazione Vaticana Giovanni Paolo I per la collana dedicata a Papa Luciani della Libreria Editrice Vaticana — è frutto di un decennale e meticoloso lavoro di ricerca, diretto dalla dott.ssa Stefania Falasca, vicepostulatrice della causa di canonizzazione, che presenta in modo scientifico l’intero tracciato biografico di Albino Luciani - Giovanni Paolo I.

Riprende integralmente il iv volume della Positio super vita, virtutibus et fama sanctitatis, volume di oltre mille pagine, che comprende la biographia ex documentis e la bibliografia generale. Firmato da Stefania Falasca, Davide Fiocco e Mauro Velati, che a vario titolo hanno collaborato alla Positio, si tratta di un lavoro omogeneo suddiviso in dodici capitoli, ognuno dei quali è corredato dalla pubblicazione dei documenti afferenti e scandito in quattro parti. La prima parte è dedicata agli anni bellunesi (1912-1958). La seconda tiene presenti in tre capitoli gli anni dell’episcopato a Vittorio Veneto (1959-1969), facendo emergere le caratteristiche del suo indirizzo pastorale, il confronto con i problemi sociali e religiosi, e in particolare la sua attiva partecipazione al Concilio Vaticano II. L’episcopato a Venezia (1970-1978), trattato nella terza parte, è suddiviso in due capitoli, mentre la quarta parte presenta due soli capitoli, riguardanti rispettivamente il pontificato e la morte di Giovanni Paolo I. L’ultimo capitolo, sulla morte, è trattato con serenità ed equilibrio sulla base della documentazione e delle testimonianze criticamente vagliate, con l’unico intento di mettere in luce la verità storica. L’indagine, mirata a ripercorrere le ultime ore di vita del Pontefice sulla base della documentazione acquisita e delle fonti orali disponibili, è stata condotta secondo i criteri storico-critici adottati, attraverso il riscontro documentale e il confronto asciutto e puntuale delle prove testimoniali. Viene così fatta pienamente luce sull’epilogo della vita di Papa Luciani, mostrando certamente quanto sia importante e doveroso lo scavo e il riscontro delle fonti per ricostruire pienamente con chiarezza anche le circostanze e le cause di un decesso. Questa sezione è stata recentemente ripresa nel volume di Stefania Falasca, Papa Luciani. Cronaca di una morte, Milano 2017 e ora ripubblicata per la collana della Libreria Editrice Vaticana dedicata a Giovanni Paolo I. La Biografia si chiude con l’elenco completo delle fonti archivistiche utilizzate e con una ricchissima nota bibliografica, organizzata in atti e documenti ufficiali, scritti editi, studi sulla sua persona e sulla sua attività. Notevole impegno è stato inoltre profuso anche nell’inventariazione di tutte le pubblicazioni firmate o attribuite ad Albino Luciani, il cui elenco vieni pubblicato per la prima volta.

Il lettore consideri, dunque, la specificità di questo genere di biografia in cui confluiscono tre alvei di ricerca.

In primo luogo una indagine archivistica omnino plena che ha interessato la consultazione di una settantina di archivi in trenta diverse località e città, distintamente elencati nella nota bibliografica finale. Si tratta innanzitutto degli archivi relativi alle sedi in cui Albino Luciani visse e operò e degli archivi istituzionali di enti o fondi privati delle persone con le quale ebbe contatti.

Parte dell’indagine d’archivio risale alla fase diocesana della Causa ed è stata curata dalla Commissione storica diocesana. Parte si è effettuata nella fase romana, che prevede anzitutto la ricerca necessaria ai fini dell’acquisizione completa delle carte del Servo di Dio, lo studio di natura storico-scientifica, il vaglio di tutte le fonti documentarie e testimoniali con relativa valutazione critica, gli opportuni approfondimenti, le necessarie ulteriori acquisizioni e dunque l’elaborazione e composizione della Positio. La stesura della Positio fu affidata alla dott.ssa Stefania Falasca che a partire dal 2012 venne affiancata dal professore don Davide Fiocco.

In secondo luogo, la biografia considera anche le fonti testimoniali acquisite nel corso di oltre duecento sessioni processuali — nelle sedi di Belluno, Vittorio Veneto, Venezia e Roma — in cui sono stati escussi 167 testimoni. Alle quali si aggiungono anche quelle acquisite nel corso della fase romana del processo. La tardiva apertura della Causa aveva del resto compromesso l’acquisizione di testimonianze oculari preziose, così come aveva comportato una certa dispersione del materiale documentario, per il quale si richiedeva un’accorta ricerca. Tra il 2008 e il 2015 vennero quindi acquisite agli atti anche le deposizioni extraprocessuali di altri 21 testimoni, con particolare riferimento al periodo del pontificato e alla morte di Giovanni Paolo I. Tra di essi, troviamo il medico che ne aveva constatato la morte, il dott. Renato Buzzonetti, e la preziosa testimonianza oculare dell’unica superstite del team delle suore presenti nell’appartamento papale che per prima lo rinvenne l’indomani del decesso, suor Margherita Marin. Tra queste ultime testimonianze assoluto rilievo storico ha inoltre quella di Benedetto XVI, rilasciata il 26 giugno 2015, finora un unicum in quanto è la prima volta che un Papa emette una testimonianza de visu su un altro Papa, primo caso nella storia delle cause di canonizzazione.

Affidando questo studio ai cultori della memoria di Papa Luciani, non posso però nascondere la mia personale venerazione per quest’uomo di Dio che, sul finire degli anni Cinquanta, ho conosciuto da vicino come mio vescovo diocesano. Entrai poi nella Pontificia Accademia Ecclesiastica a Roma e, del resto, fu lui ad avviarmi agli studi diplomatici. Dotto maestro della fede e avvincente comunicatore della Parola di Dio, «catechista impareggiabile», come lo definì Papa Benedetto XVI. Sono le caratteristiche che in lui considero esemplari. Mia madre spesso citava monsignor Luciani, per dire che il sacerdote non doveva avere conti in banca e libretto di assegni. Penso che lo avesse sentito da lui stesso nelle periodiche visite ed incontri dei genitori in seminario. Partecipava agli incontri dei suoi preti vittoriesi per prendere il polso della vita diocesana e del loro ministero. Conosceva personalmente i suoi sacerdoti, li visitava nelle canoniche nell’ora della malattia e della vecchiaia, li riceveva nel castello vescovile durante mattinate intere, paziente e suadente. I preti li voleva preparati e formati. Il Concilio Vaticano II aveva fortemente alzato l’asticella delle attese e delle esigenze del popolo cristiano e si erano moltiplicati gli ambiti di attenzione e di cura pastorale. Era pastore che cercava di convincere con pazienza il suo interlocutore, amabile e fermo nelle decisioni impegnative, che gli costavano anche sofferenza interiore. Fu e volle essere sempre un prete e un vescovo fedele alle sue radici, in mezzo al suo popolo e ai suoi sacerdoti. Talvolta ho detto a Papa Francesco che a mons. Luciani — forse proprio come a lui, quand’era arcivescovo di Buenos Aires — a Roma bruciavano sotto i piedi i “sanpietrini” di Piazza San Pietro... Appena assolti i suoi impegni istituzionali in Curia e alla Cei ben volentieri ritornava in fretta a casa, a servire da pastore buono che fu, la sua gente.

Queste pagine costituiscono il tentativo di restituire completezza a un itinerario umano, religioso e culturale, facendo emergere il tesoro di una dignità sapienziale, quella di un sacerdote, vescovo, patriarca e infine Successore di Pietro e della sua cultura biblica, patristica, dogmatica, morale, storica umanistica, quella di un apostolo del Concilio che egli ha incarnato naturaliter et simpliciter, unendo in felice e geniale sintesi nova et vetera. Nel corso del suo pur breve pontificato si sono manifestate le priorità di un Pontefice che ha fatto progredire la Chiesa lungo la dorsale di quelle che sono le strade maestre indicate dal Concilio: la risalita alle fonti del Vangelo e una rinnovata missionarietà, la collegialità, il servizio nella povertà ecclesiale, il dialogo con la contemporaneità, la ricerca dell’unità con i fratelli ortodossi, il dialogo interreligioso, la ricerca della pace.

Papa Giovanni Paolo I è così stato e rimane un punto di riferimento nella storia della Chiesa universale, la cui importanza — come aveva fatto osservare san Giovanni Paolo II — è inversamente proporzionale alla durata del suo brevissimo pontificato: «Magis ostentus quam datus».

di Beniamino Stella