Assisterà i 27 Paesi membri nella preparazione dei piani nazionali per accedere al Recovery fund

Task force europea per la ripresa post-pandemia

Controlli stradali in Spagna dopo la ripresa dei contagi (Ansa)
25 luglio 2020

La Commissione europea ha deciso di dotarsi di una unità operativa per il coordinamento del Recovery fund, il piano di aiuto economico ai Paesi maggiormente colpiti dall’emergenza covid-19. Lo ha annunciato il vice presidente della Commissione Ue, Margaritīs Schinas, al termine, ieri, del collegio dei commissari.

La task force, istituita in seno al segretariato generale, inizierà la sua attività il 16 agosto prossimo. L’unità operativa sarà guidata dal vice segretario generale della Commissione, la francese Céline Gauer. L’obiettivo della task force, che opererà sotto l’autorità della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, è quello di sostenere i ventisette Stati membri dell’Ue nella preparazione dei loro piani nazionali di riforma, necessari ad accedere ai Recovery fund.

Ora tocca ai capi di Stato e di Governo spiegare ai Parlamenti e ai cittadini l’accordo sul Recovery fund, e convincerli «che è giusto e necessario andare avanti» e approvarlo in sede di ratifica nazionale. Lo ha detto Charles Michel, presidente del Consiglio europeo. «I populisti — ha dichiarato — non li sconfiggi chinando la testa, ma affrontandoli con un dibattito politico approfondito». «Tutto il processo che abbiamo costruito — ha aggiunto Michel — porterà l’implementazione delle riforme. Per alcuni Paesi si parla di economia, per altri di riformare il sistema fiscale». Il diritto di veto, ha precisato il presidente del Consiglio europeo, «garantisce che vengano tenute in considerazione tutte le sensibilità, anche quelle dei paesi più piccoli. Il fatto che tutti possano influenzare le decisioni a mio modo di vedere non è uno svantaggio».

Con la nascita degli Eurobond, ha proseguito Michel, «ci troviamo di fronte ad una evoluzione copernicana del progetto europeo con un meccanismo di obbligazioni collettive, la scelta più significativa degli ultimi anni. Ora dobbiamo essere pronti a prendere decisioni sulle risorse proprie per riuscire a ripagare i 390 miliardi di trasferimenti a fondo perduto dal 2026».

Dal punto di vista sanitario, c’è forte preoccupazione per la recrudescenza dei casi. Sono infatti sempre più i Paesi europei che segnalano un aumento dei contagiati, una nuova fiammata che sta in qualche modo riportando indietro le lancette rispetto ad un’emergenza che si sperava fosse conclusa. Casi in aumento soprattutto nei Balcani e in Spagna, ma anche in Belgio e in Francia.

I nuovi focolai stanno preoccupando l’Organizzazione mondiale della sanità (Oms), che non ha escluso la possibilità che alcuni Paesi possano ripristinare le misure drastiche. Nel frattempo, si assiste al progressivo ritorno ai controlli dei viaggiatori e all’utilizzo di mascherine al chiuso. L’Europa ha abbondantemente superato la soglia di 3 milioni di casi, con una media di circa 20.000 al giorno. Un livello due volte inferiore rispetto ai picchi di inizio aprile, ma comunque degno di molta attenzione. Anche perchè adesso l’età media dei contagiati è di quarant’anni. «Se la situazione lo esigesse, la reintroduzione di misure più rigorose e mirate, con il coinvolgimento totale della popolazione, potrebbe essere necessaria», ha precisato in una nota l’Oms.

Nei Balcani è emblematico il caso della Romania, il Paese più popoloso della regione, che ancora una volta, nelle ultime 24 ore, ha toccato il record di nuovi contagi, oltre 1.100. E gli ospedali di Bucarest non hanno più posti.

Centinaia i nuovi contagi anche in Serbia, Bosnia ed Erzegovina, Bulgaria, Kosovo e Repubblica di Macedonia del Nord. C'è poi il Belgio, dove l’epidemia è tornata a correre nelle ultime due settimane, uccidendo ieri anche una bimba di tre anni, la più giovane vittima del covid-19 nel Paese. A dimostrazione che «nessuno è immune», come hanno tenuto a precisare le autorità belghe.

In Spagna ci sono stati oltre 900 nuovi contagi, in lieve calo, ma non abbastanza da abbassare la guardia. Tanto che in Catalogna, regione tra le più colpite, è stata ordinata la chiusura dei locali notturni.

In Germania, dove sono aumentati i nuovi contagi (oltre 800), i ministri della Salute dei Länder intendono potenziare i test per il coronavirus per chi rientra dalle vacanze o arriva nel Paese. Test anche in Francia (con oltre 1000 nuovi casi in un giorno) per gli arrivi da 16 Paesi ad alto rischio. Parigi, inoltre, ha sconsigliato di recarsi in Catalogna.

L’Italia, primo Paese europeo ad essere investito dall’epidemia, ha disposto la quarantena per chi rientra dalla Romania e dalla Bulgaria: restrizione ulteriore rispetto al bando all’ingresso per chi proviene da 16 paesi extra-Ue, già in vigore.

E in un un videomessaggio di oggi agli italiani all’estero, il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha detto che «adesso l’impegno è rivolto alla ricostruzione di un tessuto, capace di affrontare i rischi che si manifestano e di rilanciare la fiducia nel futuro». «So — ha aggiunto — con quanta partecipazione avete seguito le sofferenze vissute per il coronavirus. Lo avete fatto da lontano, per la distanza fisica che ci separa; eppure del tutto vicini nella coscienza che ci unisce. Una conferma, se ve ne fosse stato bisogno, del sentimento intenso che raccoglie le comunità italiane e di origine italiana diffuse nel mondo. Un sentimento di unità e di solidarietà per il quale vi esprimo riconoscenza». «E' stata una prova che ha posto in evidenza valori di civismo e di dedizione alle persone in difficoltà. Valori che rappresentano base importante della nostra società, e alimentano la vita delle nostre istituzioni democratiche», ha concluso Mattarella.