Nove anni fa nasceva il Paese africano

Sud Sudan: una crisi dimenticata

David Plantino, 35, a pottery maker from South Sudan, listens to the radio as he rests at the ...
09 luglio 2020

Anniversario amaro per il Sud Sudan, il paese più giovane del mondo. Nove anni fa la scelta fortemente voluta dalla popolazione in un referendum che si espresse sfiorando il 99 per cento dei consensi a favore dell’ autonomia dal Sudan. L’atteso benessere è ancora da venire: la sua economia è fra le più fragili al mondo, la qualità della vita fra le più basse. La gente è ancora dentro un conflitto etnico, cominciato nel dicembre del 2013.

In Sud Sudan si stimano 2,2 milioni di rifugiati nei paesi limitrofi, 1,7 milioni di sfollati interni e ben 7,5 milioni di persone in difficoltà su una popolazione che ne conta in totale circa 11 milioni. Le ong, operative sul posto, denunciano una situazione umanitaria grave, appesantita dall’arrivo del coronavirus. «I rischi per la popolazione sono tanti, dal conflitto endemico che costringe le persone a spostarsi continuamente alla ricerca di un posto sicuro alla minaccia di malattie, come diarrea, colera, malaria e malnutrizione, patologie che uccidono migliaia di persone ogni anno» dicono le ong.

Quella che sta vivendo il Sud Sudan è una crisi dimenticata che non fa notizie e che purtroppo non attira i cronisti né l’opinione pubblica. Se il Paese vuole un futuro — dicono gli operatori umanitari — «occorre un impegno comune a favore della formazione e riconciliazione a livello politico, militare e comunitario, della trasparenza nella gestione delle risorse naturali e della lotta alla corruzione; servono investimenti efficaci».