Colloquio Macron e al-Sisi

Porre fine alle interferenze straniere in Libia

(FILES) In this file photo taken on April 08, 2019, fighters from a Misrata armed group loyal to the ...
17 luglio 2020

Gli ultimi sviluppi in Libia sono stati al centro dei colloqui telefonici tra il presidente francese Emmanuel Macron e l’omologo egiziano Abdel-Fattah al-Sisi. Entrambi hanno condannato le interferenze straniere nel Paese. Lo ha dichiarato in una nota la presidenza egiziana.

Macron, in particolare, ha espresso apprezzamento per l’impegno egiziano nel garantire sicurezza e stabilità in Libia, anche con l’elaborazione a inizio giugno della Dichiarazione del Cairo per il raggiungimento di un cessate il fuoco.

Intanto, ieri, a Tripoli si sono tenuti i colloqui fra il ministro degli Interni italiano, Luciana Lamorgese, con il premier libico Fayez al-Serraj e gli altri esponenti del Governo per discutere degli ultimi sviluppi in Libia. Lamorgese ha annunciato il suo impegno a «imprimere un’accelerazione a tutte le attività di collaborazione» tra Italia e Libia, per prevenire l’immigrazione irregolare.

Tra i principali temi affrontati: il dossier della cooperazione in materia di sicurezza, con particolare riguardo alla lotta contro le migrazioni illegali, la tratta di esseri umani e il contrabbando. In particolare, è stata verificata l’attuazione del progetto del ministero dell’Interno, co-finanziato con fondi dell’Ue, che ha l’obiettivo, fin dal 2017, di rafforzare le competenze nel controllo delle frontiere. Ma Tripoli, ha sottolineato Lamorgese, deve agire «sempre nel rispetto dei diritti umani e della salvaguardia delle vite in mare e in terra» ed occorre evacuare i centri di detenzione governativi, attraverso corridoi umanitari organizzati dall’Ue e gestiti da Unhcr e Oim. Sono stati, intanto, consegnati 30 mezzi per il controllo delle frontiere terrestri. Si è poi parlato del ritorno della aziende italiane in Libia, del blocco dei pozzi di petrolio, e del contribuito dell’Italia nel processo di bonifica delle mine a Tripoli.