I progetti di MotoForPeace

Missione umanitaria su due ruote

sAp8WTbA.jpg
26 giugno 2020

In missione umanitaria su due ruote lungo le strade del mondo per incontrare chi soffre, chi è nel bisogno, chi non ha più speranza. Offrono un sorriso, una presenza amica, un conforto e aiuti concreti, i motociclisti di Moto for Peace (www.motoforpeace.it), un’associazione onlus formata da appartenenti alle forze di Polizia italiane ed europee che dal 2000 condividono la stessa passione per le motociclette e per la solidarietà verso il prossimo.

Non temono la polvere delle strade più impervie, non hanno paura delle condizioni climatiche estreme a qualsiasi latitudine del mondo. Superano confini di ogni genere: da quelli geografici a quelli politici, da quelli sociali a religiosi. Il loro “carburante” è la fede, unita alla voglia di viaggiare e di incontrare le persone. Dal 2018 le spedizioni hanno il sostegno economico, logistico e di partnership del Dicastero per il Servizio dello sviluppo umano integrale, insieme al quale scelgono l’itinerario e le missioni da raggiungere. Collaborano anche con il Dicastero per la comunicazione, per diffondere le notizie sulla loro attività in modo da coinvolgere quanta più gente è possibile in questo progetto umanitario.

L’ultima di queste missioni, iniziata quest’anno in Sud America, si è conclusa bruscamente e in anticipo sui tempi previsti a causa dell’epidemia da covid-19. A La Paz, in Colombia, hanno dovuto abbandonare il tour che doveva toccare anche Perù, Bolivia, Paraguay, Argentina e Cile, per un totale di quasi 14.000 chilometri. L’iniziativa era nata in collaborazione con i due dicasteri vaticani, attraverso la fondazione Populorum Progressio, che ha finanziato alcuni progetti in America latina.

È dal 2000 che sono iniziate le spedizioni motociclistiche, con circa 140.000 chilometri percorsi in un anno. Sono state scelte le zone più difficili e disagiate del mondo, per sostenere i progetti umanitari delle più importanti ong internazionali per la tutela e la scolarizzazione dei bambini, e per la fornitura di materiale didattico, ospedaliero e sanitario alle popolazioni più bisognose.

La prima missione fu appunto nel 2000 a Capo Nord. Seguirono nel 2001 i Balcani. Poi nel 2002 i centauri viaggiarono per 15.000 chilometri da Roma a Pechino per raccogliere fondi a favore di Asia onlus a sostegno di una piccola clinica medica tibetana. Nel 2004 la missione venne chiamata Un ponte per l’Africa (10.000 chilometri) ed ebbe come obiettivo garantire il diritto all’istruzione delle bambine e delle ragazze attraverso la ristrutturazione e l’equipaggiamento di un convitto scolastico nella località di Boumia, in Marocco.

Nel 2005 fu la volta della missione a Tangeri (5.000 chilometri) chiamata Caminando por la vida, in collaborazione con l’International Police association (Ipa) della Catalogna. Vennero donati materiale ospedaliero e medicinali all’associazione Al Boughaz. Nello stesso anno fu realizzato anche un tour nelle province italiane da Trapani ad Aosta per sensibilizzare l’opinione pubblica riguardo a una cultura inclusiva per tutti. Nel 2006 è stata la volta della missione di pace in Medio Oriente. Sono state consegnate due ambulanze, del materiale ospedaliero e altre attrezzature alle autorità libanesi e ai bambini palestinesi presenti nei campi profughi di Sabra e Chatila e di Dalal Al Moghrabi Kg in Burj El-Barajneh di Beirut.

Nel 2007 la missione si è spostata nel continente americano, precisamente sull’asfalto della panamericana, attraverso Venezuela, Colombia, Ecuador, Perú, Bolivia, Cile e Argentina per un totale di 16.000 chilometri. Obiettivo, in collaborazione con l’ong Cospe, il finanziamento di quattro centri di attenzione integrale per bambini in scuole pubbliche. Nel 2009 si giunge nel cuore dell’Africa: 8.000 chilometri da Douala a Dakar per portare materiale logistico e sanitario all’organizzazione spagnola “Selva Camerun”.

Nel 2010 si svolge la missione Africa sedicimila per sostenere un progetto avviato nel 2007 da Coopi (Cooperazione internazionale) volto a migliorare le condizioni di vita delle donne e dei bambini in Etiopia. Una spettacolare avventura da Tunisi a Città del Capo, per circa 17.000 chilometri. Nel 2011 la missione di 10.000 chilometri è Red crossing China e ha lo scopo di raccogliere fondi, in collaborazione con Benelli qj, a favore di China charity foundation che opera a favore delle vittime del terremoto che nel 2008 ha colpito la regione del Sichuan. L’anno successivo, si è svolta la Syrian sirens from MotoForPeace. I centauri, percorrendo 6.000 chilometri, hanno portato i fondi per tre ambulanze e materiale sanitario e didattico all’ordine carmelitano di madre Maria Agnes della Croce che, dal suo monastero situato a San Giacomo a Qara, 95 chilometri a nord est di Damasco, raccoglie profughi e bisognosi. Nel 2014 la destinazione scelta è stata il Nepal per donare 10 motociclette ai medici di un distretto sanitario nei pressi di Kathmandu, Kavre.

Nel 2016 la missione si è svolta in Bolivia, dove sono stati raccolti fondi a favore di un orfanotrofio e cinque centri medici in altrettanti distretti dell’Honduras per aiutare i bambini di strada. Sono stati percorsi 13.000 chilometri da Panama a New York. Nel 2018 è stata la volta dell’Africa meridionale con il tour chiamato “Gli anonimi della fede. In missione per le missioni”, per portare aiuti ai missionari cattolici che operano in situazioni di povertà e insicurezza sociale.

I progetti di MotoForPeace hanno il sostegno del dipartimento della Polizia di Stato e della Presidenza della Repubblica italiana che ha già assegnato all’associazione 9 medaglie «come suo premio di rappresentanza» per le missioni realizzate, che si avvalgono della cooperazione tra le forze di Polizia internazionali, l’Interpol di Roma e il Segretariato Interpol di Lione. (nicola gori)