Nella baraccopoli di Borgo Mezzanone in provincia di Foggia

Migrante morto in un incendio

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12 giugno 2020

Un migrante di nazionalità senegalese è morto carbonizzato questa mattina nell’incendio della baracca di legno in cui viveva nell’area di Borgo Mezzanone, l’insediamento abusivo in provincia di Foggia. Quasi certamente le cause del rogo sono accidentali.

L’incendio non si è propagato probabilmente perché la baracca si trovava in una zona un po’ più isolata rispetto al nucleo centrale della baraccopoli, dove vivono ammassati tutti insieme centinaia di braccianti agricoli stranieri, per lo più africani, quasi sempre sfruttati nei campi agricoli della zona a pochi euro per lunghissime giornate di lavoro massacranti. In un anno e mezzo è la quarta vittima registrata a seguito di incendi nella baraccopoli, che sorge nei pressi della Cara, il Centro di accoglienza per richiedenti asilo.

Il 4 febbraio, una forte esplosione — probabilmente dovuta ad una bombola di gas — ha distrutto sei baracche, uccidendo una donna africana di trent’anni. Un episodio analogo si è verificato ad aprile dello scorso anno, quando un rogo causó il decesso di un giovane gambiano. Ancora prima, il primo novembre 2018, in un altro devastante incendio perse la vita un altro giovane africano. Nelle scorse settimane si sono verificati altri roghi, senza conseguenze per le persone. L’insediamento abusivo di Borgo Mezzanone è cresciuto sulla pista di atterraggio di un aeroporto militare usato ancora ai tempi della guerra di Bosnia ed Erzegovina e poi dismesso.