Unhcr e Wfp insieme per garantire aiuti alimentari a 10.000 profughi

Merkel a Erdoğan: rafforzare il processo di pace dell’Onu in Libia

Una struttura di detenzione dei prigionieri dell’esercito di Haftar (Afp)
17 giugno 2020

Il cancelliere tedesco Angela Merkel ha avuto, ieri, un colloquio in videoconferenza con il presidente turco Recep Tayyip Erdoğan, in merito al conflitto in Libia e alla situazione nel Mediterraneo orientale. Secondo quanto riferito in un comunicato diffuso dal portavoce del cancelliere, Merkel e Erdoğan condividono la stessa posizione sulla necessità di rafforzare il processo di pace guidato dalle Nazioni Unite per risolvere la crisi libica.

In Libia, la Turchia sostiene il Governo di accordo nazionale (Gna) di Fayez al-Serraj, riconosciuto dall’Onu. Sul fronte opposto, le forze dell’autoproclamato Esercito nazionale libico (Lna), che fa capo al generale Khalifa Haftar, sostenuto invece da Russia, Egitto e Emirati Arabi Uniti.

La prolungata crisi politico-militare libica inevitabilmente determina pesanti ricadute sui profughi presenti nel Paese. A tal proposito, l’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i rifugiati (Unhcr) e il World Food Programme delle Nazioni Unite (Wfp) stanno collaborando in Libia ad un progetto specifico per far pervenire aiuti alimentari di emergenza a oltre 10.000 rifugiati e richiedenti asilo che vivono nell’insicurezza alimentare. Si tratta di una collaborazione lanciata a seguito del grave impatto socio-economico della pandemia di covid-19 nel Paese e degli effetti del conflitto in corso. Le derrate alimentari ad alto contenuto nutritivo — specifiche per le popolazioni in contesti di crisi e di emergenza — aiutano a rafforzare il sistema immunitario, fattore ancora più critico in tempi di pandemia globale, mentre un sostegno alimentare regolare aiuta a rispondere ai bisogni di base e permette di impiegare i ridotti redditi per altre necessità, secondo le due agenzie Onu.

La gran parte dei rifugiati e richiedenti asilo in Libia — spiegano — non riesce a trovare lavori giornalieri che li sostengano, a causa non solo del coprifuoco in atto, ma anche perchè i prezzi del cibo e dei beni di prima necessità sono aumentati in modo considerevole. In effetti il costo di un paniere alimentare minimo, che risponda alle necessità di base, è aumentato del 24 per cento da marzo. Molti rifugiati dicono di riuscire a permettersi solo un pasto al giorno.

«È fondamentale capire i bisogni e sostenere i più vulnerabili. L’accesso al cibo è un diritto», ha sottolineato Samer AbdelJaber, direttore e rappresentante del Wfp in Libia. Tra gli assistiti ci sono profughi da poco rilasciati dai centri di detenzione, mentre altri vivono in centri urbani, dove è difficile per loro garantirsi pasti regolari. Il capo missione dell’Unhcr in Libia, riferisce che la prima distribuzione di cibo ha avuto luogo lunedì scorso presso il centro di registrazione dell’organizzazione Onu a Tripoli. Circa 2.000 rifugiati e richiedenti asilo saranno raggiunti nella fase pilota.

Questa partnership innovativa non si limiterà al sostegno alimentare d’emergenza, ma includerà servizi tecnologici che facilitino la comunicazione e lo scambio di informazioni. Il Settore delle Telecomunicazioni di Emergenza, a guida Wfp, fornirà servizi di connettività a un Community Day Centre dell’Unhcr a Tripoli per aiutare i rifugiati a comunicare con le proprie famiglie e comunità.