· Città del Vaticano ·

In una lettera si preparava all’estremo sacrificio

Verso il martirio

Il martirio di Jean de Brébeuf in un’antica stampa
26 maggio 2020

Di seguito una traduzione della lettera d’addio inviata da san Jean de Brébeuf, il 28 ottobre 1637, al suo superiore a Québec.

Reverendissimo Padre, pax christi. Noi siamo forse sul punto di spargere il nostro sangue e di sacrificare le nostre vite nel servizio del nostro buon Maestro, Gesù Cristo. Sembra che la Sua bontà stia per accettare questo sacrificio da me, in espiazione dei miei grandi e innumerevoli peccati e per coronare d’ora in poi i servizi passati e i grandi, ardenti desideri di tutti i nostri Padri che sono qui. Ciò che mi fa pensare che questo non avverrà è da un lato l’eccesso della mia passata malvagità che mi rende del tutto indegno di un così meraviglioso favore e, d’altro lato, il non poter pensare che la Sua bontà permetta che siano messi a morte i suoi operai, perché, per grazia Sua, ci sono già delle anime buone che ricevono ardentemente il seme del Vangelo, nonostante le calunnie e le persecuzioni di tutti gli uomini contro di noi. Ma tuttavia io temo che la Divina Giustizia, vedendo la testarda persistenza della maggior parte degli abitanti nelle loro follie, permetta molto giustamente che venga tolta la vita del corpo a noi che con tutto il cuore desideriamo e procuriamo la vita delle loro anime.

Qualunque cosa avvenga, io le assicuro che tutti i Padri aspettano l’esito di tale questione con una grande calma e serenità di spirito. E per me posso dire a Vostra Reverenza con tutta sincerità che non ho mai avuto finora la minima paura della morte. Ma noi siamo tutti addolorati perché queste persone, con la loro malizia, chiudono la porta al Vangelo e alla grazia. Qualunque decisione si prenda e qualunque trattamento ci si faccia, noi cercheremo con la grazia del Signore di sopportarlo pazientemente per il Suo servizio. È un singolare favore che la Sua bontà ci fa concederci di sopportare qualcosa per amor Suo. È proprio ora che noi sentiamo di appartenere veramente alla Compagnia. Che Lui sia sempre benedetto per averci scelti fra tanti altri migliori di noi e poi destinati a questo Paese, per aiutarlo a portare la Sua Croce!

In tutte le cose, sia fatta la Sua Santa Volontà. Se Lui vuole che in quest’ora moriamo, oh, fortunata quest’ora per noi! Se vuole serbarci per altre opere, sia benedetto. Se Lei saprà che Dio ha coronato le nostre insignificanti fatiche, o piuttosto i nostri desideri, Lo benedica. È solo per Lui che noi desideriamo vivere e morire ed è Lui che ce ne dà la grazia.

Del resto, se qualcuno sopravvive, ho dato gli ordini per tutto ciò che deve fare. Ho pensato che i nostri Padri e domestici risparmiati si ritirino presso coloro che stimeranno essere i loro migliori amici; ho dato ordine che si porti alla capanna di Pietro, il nostro primo cristiano, tutto ciò che riguarda la cappella e soprattutto di essere particolarmente attenti a mettere il nostro dizionario e tutto ciò che abbiamo sulla lingua urone in un posto ben sicuro. Per me, se Dio mi fa la grazia di andare in Paradiso, pregherò Dio per il nostro popolo e per i poveri Uroni, e non dimenticherò Vostra Reverenza. Infine noi supplichiamo Vostra Reverenza e tutti i nostri Padri di non dimenticarci nei loro Santi Sacrifici e nelle loro preghiere, perché in vita e dopo la morte Dio ci usi misericordia.

Siamo tutti, per la vita e per l’eternità, gli umilissimi e affezionatissimi servi di Vostra Reverenza in nostro Signore.

Jean de Brébeuf
F. Joseph Le Mercier
Pierre Chastellain
Charles Garnier
Paul Ragueneau

28 ottobre 1637

Ho lasciato nella residenza di San Giuseppe i Padri Pierre Pijart e Isaac Jogues nelle medesime disposizioni di animo.