Haftar attacca l’aeroporto di Misurata

Escalation di violenze in Libia

I bombardamenti di Haftar sull’aeroporto di Misurata (Twitter)
07 maggio 2020

Escalation di violenze in Libia. Ieri sera gli aerei di Haftar hanno bombardato di nuovo l’aeroporto di Misurata, la città schierata al fianco del governo di Tripoli. Si è trattato — dicono i media — dell’incursione più pesante dall’inizio del conflitto.

Una dozzina di raid in rapida successione, non si sa se condotti da aerei o da droni, hanno colpito depositi di armi e carburante. C’è stato un “effetto a catena”: le esplosioni delle munizioni custodite nei bunker hanno incendiato altri serbatoi. Una colossale nuvola di fumo, che si sviluppa per più di cinque chilometri, si è alzata nel tramonto e la notte è stata illuminata da colonne di fiamme e detonazioni, secondo quanto riportano i testimoni.

Da rilevare che all’ingresso dell’aeroporto c’è la base della missione italiana, con un ospedale da campo e un contingente di soldati: non risultano danni alla struttura, che ospita un centinaio di militari.

Come confermano gli esperti dell’Onu, in Libia gli scontri stanno aumentando di intensità. A Tripoli le truppe governative leali al governo di al-Serraj, riconosciuto dalla comunità internazionale, da giorni sono all’offensiva verso il confine tunisino e hanno rotto l’assedio della capitale da parte delle forze di Haftar. Dopo avere occupato l’aeroporto di Al Wattia, adesso puntano verso sud. Come risposta le brigate del generale Haftar ieri hanno lanciato razzi contro il quartiere residenziale di Abu Salim, nel cuore della metropoli, uccidendo diversi civili. Un bombardamento che sembra annunciare la ripresa dell’assalto verso Tripoli.

Intanto, oggi, il responsabile ad interim della Missione di sostegno dell’Onu in Libia (Unsmil), Stephanie Williams, ha discusso in una telefonata con il presidente al-Serraj «gli ultimi sviluppi in Libia» e le possibilità concrete di fermare il conflitto. L’Unsmil riporta che «Williams ha sottolineato come qualsiasi iniziativa di pace e di dialogo costituisce uno slancio che deve essere sfruttato per porre fine ai combattimenti e riprendere un processo politico globale». Williams ha inoltre confermato la disponibilità dell’Unsmil a riprendere fin da subito il percorso politico intra-libico, sulla base dei risultati della conferenza di Berlino e le risoluzioni del Consiglio di sicurezza Onu. Il capo ad interim dell’Unsmil ha rinnovato infine «la sua richiesta a tutte le parti in conflitto in Libia di sospendere immediatamente tutte le operazioni militari e risparmiare ulteriore sofferenza al popolo libico».