L’iniziativa europea raccoglie oltre sette miliardi di euro per la ricerca contro il covid-19

Coalizione globale per il vaccino

A man wearing a protective mask stands near a figure of an ice cream cone outside a cafe, as Italy ...
05 maggio 2020

Un pacchetto da 7,4 miliardi di euro (quasi 8 miliardi di dollari) tanto è la cifra iniziale raccolta da United against covid-19, la maratona per la raccolta fondi lanciata dalla Commissione europea e dal g20, nell’ambito di una cooperazione globale per lo sviluppo di vaccino, test, e terapie per affrontare la pandemia. Il risultato sperato dagli organizzatori è stato centrato e rappresenta sicuramente una svolta nella lotta contro il virus che nel mondo ha già ucciso oltre 230 mila persone e ne ha infettate oltre tre milioni, come ha sottolineato il presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen.

Tuttavia, «per raggiungere l’obiettivo di un vaccino che sia un bene globale, accessibile a tutti e per tutti, servirà probabilmente il quintuplo delle offerte» ha avvertito il segretario generale dell’Onu, António Guterres. La maratona di United against covid-19, richiederà perciò ancora molti sforzi nelle settimane a venire: il «Financial Times» ha fissato l’asticella dei costi mondiali per la riuscita, in oltre 20 miliardi di dollari, mostrando quanto la strada sia ancora lunga. A pesare e a preoccupare, per il momento, è anche l’assenza di grandi Paesi come Stati Uniti e Russia. All’origine della mancata adesione di Washington — dicono gli osservatori — è probabile ci sia anche l’incandescente scambio di accuse con Pechino. Il ministro degli Esteri americano, Mike Pompeo, nelle ultime ore è tornato all’attacco, indicando nell’Istituto di virologia di Wuhan l’origine della pandemia.

A ritagliarsi un ruolo di primo piano è stata l’Italia, prossimo Paese a detenere la presidenza del g20 e tra i Paesi co-chair dell’iniziativa, con Francia, Germania, Norvegia, Regno Unito, Canada, Giappone e Arabia Saudita (attuale presidenza del g20). «Di fronte ad una minaccia globale senza precedenti la comunità internazionale ha un’unica, effettiva, opzione per sconfiggere il virus: la cooperazione» ha detto il presidente del Consiglio italiano Giuseppe Conte. Conte ha annunciato un contributo di 10 milioni di euro alla Coalition for Epidemic Preparedness Innovations (Cepi) per «accelerare la ricerca per un vaccino»; 10 milioni di euro all’Organizzazione mondiale per la sanità (Oms) per sostenere i Paesi più vulnerabili nella risposta al covid-19; mezzo milione di euro al Fondo globale per il meccanismo di risposta al covid-19, oltre «all’impegno a dare un contributo di 120 milioni di euro nei prossimi 5 anni all’alleanza Gavi per l’immunizzazione globale dal covid».

La Commissione europea ha messo sul piatto un miliardo di euro dal bilancio Ue, e Francia e Germania, rispettivamente 500 e 525 milioni. Convinta della lotta globale a covid-19 è la Fondazione Gates che ha partecipato alla maratona con 100 milioni di dollari.

Sono attualmente 90 i candidati vaccini anti covid allo studio in tutto il mondo. Fra questi sei hanno cominciato i test sull’uomo: un traguardo importantissimo, che non è un punto d’arrivo perché la sperimentazione clinica deve rispettare tempi e regole precise, che non permetteranno di arrivare al vaccino prima del 2021. I test sull’uomo sono in corso in Cina, negli Stati Uniti e in Gran Bretagna. In Cina la sperimentazione è guidata dall’azienda CanSino Biological e dall’Istituto di Biotecnologia di Pechino, basata su materiale genetico del SarsCoV2 trasportato da un virus reso inoffensivo, inoltre dalla Sinovac e dagli Istituti di Pechino e di Wuhan per prodotti biologici che utilizzano il nuovo coronavirus attenuato. Negli Stati Uniti le americane Inovio e Moderna, quest’ultima in collaborazione con l’Istituto nazionale per le malattie infettive (Niaid), utilizzano il materiale genetico del virus. In Gran Bretagna sono appena partiti i test sull’uomo dell’Istituto Jenner dell’università di Oxford.