L’ostensione della Sindone è stata seguita in tutto il mondo da centinaia di migliaia di fedeli

Un aiuto per andare oltre le proprie paure

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14 aprile 2020

«In questi tempi travagliati e complessi molti, anche credenti, non hanno più occhi per vedere e riconoscere accanto a loro il Signore, fonte prima di speranza e di forza per affrontare serenamente e con coraggio la situazione di epidemia che semina morte e tante preoccupazioni nelle persone riscontrate positive al coronavirus. La sindone ci aiuta ad andare oltre il proprio travagliato vissuto e a scoprire che c’è in essa un messaggio di morte e di vita strettamente congiunte nella vicenda storica di Cristo e della sua passione, e questo apre il cuore, la mente e la parte più intima e profonda di ciascuno alla fede e alla speranza». Lo ha detto monsignor Cesare Nosiglia, arcivescovo di Torino, guidando la preghiera in occasione dell’ostensione del venerato telo nella cappella della cattedrale la sera dell’11 aprile, Sabato santo. Un momento di raccoglimento e di riflessione — trasmesso in diretta streaming e televisiva — che è stato seguito da centinaia di migliaia di fedeli.

«Fissando il sacro telo con intensa meraviglia — ha proseguito il presule, che all’inizio della preghiera ha dato lettura del messaggio inviatogli lo scorso giovedì 9 da Papa Francesco — ci si accosta alla prova dell’Amore più grande rivelato da questa immagine tanto unica da differenziarsi da mille altre, prodotte da mano d’uomo. Accanto alla venerazione che accompagna la nostra contemplazione e preghiera una particolare intensità si riversa su questo commovente “specchio del Vangelo”, come l’ha chiamata san Giovanni Paolo II».

Toccanti le immagini durante la preghiera nel Duomo, in particolare quando il sipario si è aperto sulla teca all’arrivo dell’arcivescovo, che poi si è avvicinato alla Sindone e vi ha appoggiato la mano. E poi il gesto di una donna, che ha versato dell’olio profumato in una ciotola davanti al telo, un gesto che richiama l’episodio evangelico delle donne che si recano al sepolcro.