Giornata di studio in videoconferenza promossa dalla Pontificia accademia mariana internazionale

Il potenziale educativo dell’esempio di Maria

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03 aprile 2020

Guardare alla figura di Maria riunendo in un incontro internazionale oltre trenta soggetti istituzionali e culturali del mondo politico, educativo ed economico per riflettere su come il “potenziale educativo” del suo esempio possa ispirare azioni concrete nelle esperienze affiancate nel segno del dialogo. La giornata di studio in preparazione al seminario di alta ricerca «Maria nel patto educativo globale? Esperienze, contenuti, prospettive» si è svolta il 2 aprile in videocollegamento attraverso internet, organizzata dalla Pontificia accademia mariana internazionale (Pami) e dall’Osservatorio per le policy transdisciplinari internazionali (Ospti).

«In questa storica emergenza, che ci fa riscoprire fragili e solidali nella comune appartenenza al genere umano» ha sottolineato, nel suo messaggio, il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio consiglio della cultura e del Consiglio di coordinamento fra accademie pontificie «la figura di Maria ci provoca verso uno sviluppo integrale umano per cui determinante è una nuova alleanza educativa, così da formare persone mature e consapevoli, convertendo ogni frammentazione e contrapposizione in un tessuto di relazioni, come a Nazareth, per una umanità inclusiva».

Un evento trasformato in videoconferenza e intensamente voluto in una Chiesa viva, che dimostra di non allentare l’impegno nella ricerca del dialogo e di spunti di riflessione volgendo lo sguardo verso il “Patto educativo globale” promosso da Papa Francesco. Un’occasione — ha premesso il francescano Stefano Cecchin, Presidente della Pami — «per uscire idealmente dallo stretto spazio di questi giorni di quarantena e aprirci all’infinito spazio del cuore, partendo dall’incontro e dal dialogo sulle dimensioni essenziali a un nuovo sistema economico e sociale, multiculturale e interreligioso, sotto l’abbraccio di Maria».

Attraverso l’educazione «ogni persona, a qualunque cultura appartenga, è portato ad assumersi le proprie libere responsabilità davanti alla comunità civile e davanti a Dio». Ecco perché all’interno del processo educativo, può essere determinante guardare ai rispettivi «modelli di riferimento». La politica, ad esempio, in un tempo di «estremizzazione della diversità» può farsi arte dell’incontro, della cooperazione e della mutua fiducia. «Tra i fattori empatici può rientrare la figura di Maria in quanto dato trans-culturale, sistema simbolico e valoriale, confine già aperto alla co-esistenza pacifica?».

Un interrogativo, declinato al contempo in proposta, che è stato rivolto anche al mondo economico-educativo. «Nella storia del cristianesimo in Occidente — ha affermato il gruppo di lavoro dell’Accademia — i sistemi economici sono stati riferiti più volte a Maria quale garante ora del rispetto della natura (feudalesimo) ora dell’iniziativa umana (la borghesia capitalistica). Questo potenziale simbolico ancora diffuso nei territori di tradizione cristiana può essere sviluppato in cinque direzioni: la lotta alle mafie, i giovani, la cittadinanza attiva, l’interculturalità, la tratta degli esseri umani?».

Nel rapporto con le altre religioni, sono stati evidenziati la promozione di un differente modello di confine e un nuovo schema di certezza: il confine come relazione; e la certezza come co-esistenza pacifica e collaborativa. Il dialogo interreligioso, oltre a «una necessità teologica per le religioni», si presenta così come «una forma di costruzione attiva di questa nuova cittadinanza». All’organizzazione dell’incontro, infatti, ha collaborato anche la Commissione internazionale mariana musulmano cristiana, istituita il 28 gennaio 2020 all’interno della Pami per rispondere concretamente all’appello contenuto nel Documento sulla fratellanza umana per la pace mondiale e la convivenza comune, firmato da Papa Francesco e dal Grande Imam di Al-Azhar, Ahmad Al-Tayyeb.

La via della formazione alla moderazione, alla tolleranza, al dialogo, alla memoria. Per il Cardinale Fernando Filoni, Gran maestro dell’Ordine equestre del Santo Sepolcro di Gerusalemme, «il futuro dei popoli passa attraverso l’educazione. Contribuirvi, se non come architetti, almeno come operai, è merito altissimo. Maria ne è stata discreta e abile maestra, ricordando Cana di Galilea: “Fate quello che vi dirà” (Gv 2, 5). L’esperienza drammatica con la pandemia covid-19 — ha scritto il porporato — mostra quanto siamo interconnessi e dipendiamo gli uni dagli altri». Echeggia negli interventi dell’intera giornata, la prova che l’umanità sta vivendo in questi mesi con lo sguardo rivolto al domani. Come ha spiegato padre Gian Matteo Roggio, dei missionari di Nostra Signora di la Salette, membro del consiglio accademico della Pami «abbiamo voluto questo incontro per mantenere aperto lo spazio sul futuro, sulla possibilità di pensare al domani insieme, attraverso il dialogo e la cooperazione per portare le nostre esperienze differenti. Futuro e speranza sono due realtà che si coniugano a vicenda. Per impegnarci a tradurre la fede nella concretezza di azioni comuni».

L’appuntamento con il seminario di alta ricerca è per il prossimo autunno. Ma il cammino è già avviato.

di Fabio Bolzetta