· Città del Vaticano ·

Lettere dal direttore

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28 gennaio 2020

Il 26 gennaio 1970 usciva Bridge Over Troubled Water di Paul Simon e Art Garfunkel, uno degli album musicali di maggior successo nella storia della musica leggera.

L’intero album è molto bello, basti citare, a conferma, brani come The Boxer o The only living boy in New York, ma oggi è forse il caso di soffermarci sulla canzone d’apertura, che dà il titolo al disco, una canzone che in questi cinquant’anni hanno poi cantato tutti, da Elvis Presley ad Aretha Franklyn (entrambi insistendo sulle sonorità gospel già presenti nella versione originale del brano).

Bridge Over Troubled Water è un inno all’amicizia, un tema che i due, Simon e Garfunkel, l’anno prima avevano già raccontato, partendo dalla loro esperienza biografica, in Bookends, con brani espliciti come Old Friends, ma con questa canzone c’è uno scatto, un salto di qualità. Infatti, si tratta senz’altro di una delle più belle canzoni dedicate all’amicizia che C.S. Lewis definisce nel saggio I 4 amori «non in senso peggiorativo il meno naturale degli affetti naturali, il meno istintivo, organico, biologico, gregario e indispensabile [...] Unica tra tutti gli affetti, essa sembra innalzare l’uomo a livello degli dei, o degli angeli». C’è un “angelo” tra le righe del testo e non è tanto la misteriosa “silver girl” con cui si apre la terza strofa, ma è l’amicizia stessa che lega i due, li mette e li tiene in contatto proprio come un ponte. Qualcosa di solido che si staglia sopra le «acque agitate», perché la vita è inquietudine, e questa agitazione può essere mortale se non si è in compagnia di qualcuno per affrontare il momento when darkness comes (quando arriva l’oscurità).

È questa l’immagine potente intuita dagli autori: l’amico stesso è un ponte ed è splendido il verbo utilizzato, I will lay me down (io mi sdraierò): l’amico si stende e così tende un ponte tra lui e l’altro e così riuscirà a intervenire «Quando le lacrime sono nei tuoi occhi, le asciugherò tutte» (chiara citazione del passo di Apocalisse 21,4: «E Dio asciugherà ogni lacrima dai loro occhi, e non ci sarà più la morte, né cordoglio né grido né fatica, perché le cose di prima son passate»).

È bello riascoltare con gratitudine questo brano musicale che ricorda le cose elementari che costituiscono la vita umana, in un momento come quello attuale in cui di amici, cioè di “pontefici”, c’è urgente bisogno.

A.M.