Dalle Comunità Laudato si’ la proposta di piantare un albero per ogni cittadino italiano

L’ambiente non è più un’opinione

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13 settembre 2019

Piantare un albero per ogni cittadino italiano: è questo l’obiettivo dell’appello lanciato dalle Comunità Laudato si’. Una richiesta rivolta a ogni uomo di buona volontà, a ogni organizzazione di qualunque natura e orientamento, a ogni azienda pubblica o privata, alla rete di comuni e regioni d’Italia, al governo nazionale affinché nel nostro Paese vengano messi a dimora 60 milioni di alberi nel più breve tempo possibile. Le Comunità Laudato si’ provano così a realizzare quella “conversione ecologica”, di cui Papa Francesco argomenta l’urgenza nella sua enciclica “sulla cura della casa comune”. Una conversione a più dimensioni, da attuare sul piano sociale, etico, culturale, spirituale. Essa riconosce nella missione di ogni cristiano un impegno profetico verso la giustizia, la pace, la dignità di ogni essere umano. Tutte cose impossibili se non si riconosce la connessione di tutte le realtà della creazione, se non si comprende il ruolo che gioca una cattiva gestione dell’ambiente nella diffusione dell’esclusione e della disuguaglianza.

Non è un caso che l’idea delle Comunità Laudato si’ sia nata ad Amatrice dopo il terremoto, insieme con Carlo Petrini, fondatore di Slow food. La distruzione del 24 agosto 2016 ha messo in evidenza che il rapporto tra uomo e ambiente non è aggirabile. Ha reso in modo drammaticamente plastico la necessità di una diversa relazione con la natura. Per questo abbiamo cercato un modo per trasformare in azione il pensiero dell’enciclica di Papa Francesco. Le Comunità Laudato si’ si concretizzano ormai in diverse province italiane con iniziative dal basso che hanno suscitato l’interesse di diversi intellettuali, diventati parte attiva del movimento. Tra loro c’è anche Stefano Mancuso, uno scienziato che ha chiara la connessione tra il mondo vegetale e la salute del pianeta. È insieme a lui che abbiamo pensato di piantare milioni di alberi.

La campagna è stata già ripresa da molte realtà civili e confessionali. Tale condivisione è importante perché per cambiare le cose è necessario che questi appelli vengano presi sul serio. La sensibilità ecologica fortunatamente è molto forte tra i giovani. Il loro impegno dà speranza, ma è urgente che queste istanze vengano raccolte dagli adulti, dai governi, dalle istituzioni, dal mondo scientifico. La conquista di una diversa economia è imposta dalla necessità di evitare l’autodistruzione. Oggi in tanti si sono accorti che l’interesse privato non si risolve naturalmente nella felicità pubblica. È ormai chiaro, ad esempio, che la responsabilità delle imprese non può ridursi al solo accrescimento dei profitti. Persino a Wall Streetè stata annunciata una svolta etica. Ma questa consapevolezza non ha ancora mostrato di avere la forza di cambiare il sistema in modo profondo.

Al di là di ricorrenti polemiche ideologiche, tra i “negazionisti” e i “terroristi” dell’ambiente, resta il fatto che il cambiamento climatico non è un’opinione tra le altre, ma una sfida da raccogliere al più presto da parte di tutti. Del resto, migrazioni, carestie, guerre e catastrofi naturali dipendono spesso, in modo diretto o indiretto, dal riscaldamento globale. Qualsiasi altro problema, paragonato a questo, diventa irrilevante. Per questo le Comunità Laudato si’ fanno appello alla politica. I governi possono fare molto: guidando le scelte industriali e sostenendo con leggi specifiche i necessari cambiamenti nello stile di vita dei cittadini. Ma queste cose richiedono tempo: gli alberi si possono piantare subito a costi irrisori e contribuiscono a un’immediata riduzione dei livelli di Co2, tra i principali indiziati del riscaldamento globale.

Se ne parla da decenni, ma gli incendi che nelle ultime settimane hanno devastato l’Amazzonia hanno suscitato una nuova attenzione nell’opinione pubblica che non va ignorata. Non bisogna però fermarsi all’indignazione e alla rabbia. Esse debbono lasciare il passo alla domanda sulla nostra complicità. Quando diamo la colpa a un’economia che uccide, non ci rendiamo conto che essa non è altro da noi. Il Forum delle Comunità Laudato si’ 2019 era centrato proprio sull’Amazzonia. L’obiettivo resta quello di unire alla rivendicazione la testimonianza, attraverso le scelte di vita quotidiana.

A tre anni dal terremoto il centro Italia è ancora una terra ferita, che attende da troppo tempo di essere rigenerata più che ricostruita. Ad Amatrice nei prossimi anni verrà edificata la Casa del Futuro: un complesso di 18000 metri quadrati che ospiterà anche un Centro studi dedicato all’ecologia integrale. Questo è il messaggio che si intende lanciare: non basta ricostruire le case se non cambia il nostro approccio alla realtà, specie quando si tratta di far rivivere le cosiddette “aree interne” del Paese.

di Domenico Pompili