Il movimento fondato dal presidente eletto Emmanuel Macron studia la lista della squadra da proporre al voto di giugno e intanto cambia nome: non si chiamerà più En Marche! ma La République en Marche. Tra i primi a candidarsi è l’ex primo ministro socialista Manuel Valls, che parla di partiti tradizionali «morti o morenti». Sul piano internazionale già si parla di primi incontri al vertice.
I nomi dei candidati nelle 577 circoscrizioni saranno annunciati
giovedì. La République en marche ha spiegato di voler dare una maggioranza
parlamentare al futuro presidente nella Assemblée national. L’ex capo del
governo Valls correrà nella lista di Macron alle elezioni di giugno per il
nuovo parlamento, come ha annunciato lui stesso, spiegando che «i partiti
tradizionali fanno ormai parte del passato». Valls si è definito «candidato
della maggioranza presidenziale» e ha invitato «tutti quelli che si riconoscono
nel progetto riformista di Macron» a «impegnarsi pienamente».
Dopo
l’annuncio che sarà a Berlino la prima visita all’estero di Macron, oggi arriva
la conferma di un faccia a faccia con il presidente degli Stati Uniti. Donald
Trump ed Emmanuel Macron hanno concordato, infatti, un incontro a margine del
vertice Nato del 25 maggio a Bruxelles. Lo ha reso noto la Casa Bianca,
riferendo che nella telefonata di congratulazioni il presidente statunitense ha
rimarcato il suo «desiderio di lavorare strettamente con il presidente eletto
Macron nell’affrontare le sfide comuni» e ha sottolineato «la lunga e robusta
storia di cooperazione tra gli Stati Uniti e il suo vecchio alleato, la
Francia».
Con la scelta di Macron piuttosto che Marine Le Pen «la stragrande
maggioranza dei francesi ha respinto un progetto anti-europeo e ha scelto un
fervente europeista» ha dichiarato il vicepresidente della commissione europea,
Pierre Moscovici, che parla di «vera festa per l’Europa». Moscovici ha ricordato
che il 9 maggio del 1950 veniva presentata la Dichiarazione Schuman che segnò
l’inizio del processo d’integrazione europea con l’obiettivo di una futura
unione federale.
Moscovici, francese, ha sottolineato che «la vittoria di
Macron è una buona notizia per la Francia, per i valori universali di libertà,
eguaglianza, fraternità, contro il disfattismo, il nazionalismo, la xenofobia
del Front national e di Marine Le Pen». È «la vittoria di una forma di ottimismo
sulla paura». Moscovici ha poi ammesso che oggi l’Unione europea deve più che
mai rivolgersi «a chi si sente perdente della globalizzazione, ancor più a chi
nella globalizzazione si sente a suo agio».
Piazza S. Pietro
07 dicembre 2019

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