Treni da prendere
I treni diretti dalla Francia in Gran Bretagna sembrano diventati purtroppo strumenti di morte per le persone, migranti e profughi, che cercano di varcare la Manica, eludendo il blocco della frontiera deciso dal Governo di Londra nei loro confronti. E di un’Unione europea «in affanno» e che «non fa quanto dovrebbe» per rispondere al dramma di queste persone in fuga ha parlato questa mattina il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella.
Dopo i nove morti delle ultime settimane — l’ultimo martedì, nel terminal a Calais dell’Eurotunnel, il collegamento ferroviario sottomarino — ieri un altro grave incidente è avvenuto a Parigi. Nella Gare du Nord un giovane egiziano è rimasto fulminato dall’alta tensione nel tentativo di introdursi in un vano del locomotore di un treno Eurostar per Londra. Il giovane è stato trasportato al reparto grandi ustionati dell’ospedale Saint-Louis, dove versa in condizioni gravissime. Secondo fonti mediche citate dalla stampa francese, ci sono poche speranze di salvargli la vita. Al terminal dell’Eurotunnel a Calais, nei cui pressi da due mesi sono accampate circa tremila persone provenienti da Eritrea, Etiopia, Sudan e Afghanistan, anche stanotte, la terza consecutiva, centinaia di persone hanno fatto irruzione, nel tentativo di salire sui treni diretti a Londra. All’imbocco del tunnel i convogli viaggiano a una velocità di 30-50 chilometri orari. Nelle ore notturne viaggiano soprattutto vagoni scoperti, adibiti al trasporto merci, sui quali è più facile saltare o trovare appiglio. Ormai da settimane, il consorzio franco-britannico che gestisce l’infrastruttura invoca un dispositivo “più appropriato” per fermare questi tentativi. L’amministratore delegato del consorzio, Jacques Gounon, ha parlato ancora ieri di «invasioni massicce, sistematiche e forse anche organizzate».
Piazza S. Pietro
06 dicembre 2019

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