Sul clima
Il mondo deve incrementare da subito gli impegni a ridurre le emissioni inquinanti — in particolare i gas-serra responsabili dei mutamenti climatici globali — presi un anno fa in conclusione della Cop 21, la conferenza internazionale di Parigi. Solo così sarà possibile evitare un’autentica «tragedia umana»: è l’allarme lanciato da Erik Solheim, direttore esecutivo dell’Unep, il programma delle Nazioni Unite per l’ambiente, alla vigilia dell’effettiva entrata in vigore del trattato di Parigi firmato nel 2015, e a poche ore dall’inaugurazione della Cop 22, la nuova conferenza sul clima in programma a Marrakesh, in Marocco, da lunedì prossimo fino al 18 novembre, che dovrà chiarire come passare dalle dichiarazioni di intenti alle azioni concrete. Se non si cambia marcia da subito, puntualizza lo studio dell’Unep, il mondo viaggerà verso un aumento della temperatura compreso tra 2,9 e 3,4 gradi. Per evitarlo, i 195 paesi aderenti all’accordo di Parigi dovrebbero cercare di ridurre attivamente le emissioni di gas a effetto serra di un ulteriore 25 per cento entro il 2030.
Il 5 ottobre scorso, grazie a quelle dell’Unione europea nel suo complesso e di alcuni paesi membri tra cui Germania e Francia, è stato raggiunto il numero totale di ratifiche depositate previsto per l’entrata in vigore dell’accordo parigino, vale a dire 55, per di più a loro volta corrispondenti ad almeno il 55 per cento delle emissioni complessive di gas-serra a livello planetario. A sorpresa, il 3 settembre scorso avevano già provveduto alla ratifica due delle maggiori potenze inquinanti come Cina e Stati Uniti, cui il 2 ottobre si è poi aggiunta l’India. Da oggi, il trattato medesimo diverrà, dunque, operativo a tutti gli effetti. Per lo meno sulla carta.
Piazza S. Pietro
09 dicembre 2019

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