A poche settimane dall’elezione del prossimo presidente del Myanmar, che apparterrà alla Lega nazionale per la democrazia (Lnd) — partito che ha ampiamente vinto le elezioni legislative dello scorso autunno — il cardinale arcivescovo di Yangon, Charles Maung Bo, auspica che il futuro Governo lavori prima di tutto alla riconciliazione nazionale e alla difesa della libertà religiosa. In un’intervista concessa in questi giorni all’agenzia di stampa delle missioni straniere di Parigi, il porporato si augura «che la pace e il cessate il fuoco costituiscano la principale priorità» di quello che sarà il primo Governo nato da elezioni libere in un Paese segnato da decenni di regime militare.
Il cardinale Bo spera in particolare che la Lnd, guidata dall’ex oppositrice e premio Nobel per la pace Aung San Suu Kyi, saprà ascoltare le rivendicazioni dei diversi gruppi etnici. Facendosi voce di queste minoranze che vivono nelle regioni periferiche del Myanmar, il porporato ritiene che la pace passerà per la formazione di uno Stato federale e una migliore ridistribuzione delle risorse naturali. Quando i gruppi etnici avranno garanzie su questi due punti «saranno pronti a parlare di cessate il fuoco e di pace duratura», assicura Bo.
di Charles de Pechpeyrou
Piazza S. Pietro
10 dicembre 2019

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