Il mio primo incontro con i Monuments Men avvenne una quarantina di anni or sono e fu per merito di una jeep.
Lo scrive Antonio Paolucci e aggiunge: avevo appena vinto il concorso di ispettore storico dell’arte presso la Soprintendenza di Firenze, ero in servizio da pochi giorni, quando vidi, nei magazzini di Palazzo Pitti, una jeep; una autentica jeep americana, residuato bellico evidentemente, mancante di parabrezza, la carrozzeria traballante, le gomme così consumate da apparire quasi invisibili. Il vecchio custode che mi accompagnava mi disse essere quella e lo disse con una specie di reverenza come quando si parla di una reliquia, la jeep del tenente Hartt. Aggiunse che era lì dal 1945. All’epoca di Frederick Hartt sapevo soltanto che era un apprezzato storico dell’arte americano e che insegnava da qualche parte negli Stati Uniti. Ma cosa c’entrasse un residuato bellico della seconda guerra mondiale con la storia dell’arte proprio non riuscivo a capirlo.
Piazza S. Pietro
12 dicembre 2019

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