Quel marchio sulle case dei cristiani
Una “N”, lettera iniziale della parola araba Nazarat (cristiano), per indicare le case dei cristiani di Mosul. Quelle vuote sono tutte requisite.
Per quelle ancora abitate, ai loro occupanti viene intimato di abbandonarle, oppure di diventare musulmani o di pagare la tassa di protezione, la jizia, prevista dal dhimma (patto di protezione). È quanto accade a Mosul e in alcune zone irachene controllate dai miliziani jihadisti dello Stato islamico dell’Iraq e del Levante (Isil o Isis). La notizia rilanciata dal sito arabo Ankawa.com è stata confermata dal vescovo di curia di Babilonia dei Cladei, Shlemon Warduni. «Sono notizie che arrivano da Mosul e purtroppo — ha dichiarato all’agenzia Sir — non sono le uniche. Ci risulta anche che sia stato ordinato ai funzionari pubblici di sospendere ogni aiuto in cibo e gas ai pochi cristiani rimasti in città, agli sciiti e ai curdi. Ogni infrazione al divieto sarà punito in base alla sharia».
Piazza S. Pietro
06 dicembre 2019

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