Quando il lavoro
Manila, 2. Almeno otto giovani operaie filippine — rinchiuse dal datore di lavoro in un piccolo dormitorio attiguo al capannone in cui lavoravano nelle ore diurne — sono morte ieri intossicate dal fumo di un incendio.
La tragedia ha avuto luogo in un sobborgo alla periferia della capitale, Manila. Nel piccolo dormitorio erano state chiuse a chiave non meno di sedici ragazze. Le sopravvissute hanno testimoniato agli investigatori di essersi salvate solo uscendo da una finestrella dalla stanza in cui si trovavano con le altre compagne, riuscendo poi a salire al secondo piano dell’edificio.
La polizia ha confermato che la porta d’ingresso era stata serrata dal proprietario della fabbrica, dato che le lavoratrici lavoravano in nero, sottopagate e in pessime condizioni igienico-sanitarie. Nel trambusto nell’oscurità dopo il rogo, le cui cause sono ancora in fase di accertamento, almeno otto operaie non sono riuscite a trovare una via di scampo. Le vittime, tutte tra i 19 e i 24 anni, immigrate nella capitale dalla campagna, sono state ritrovate abbracciate l’una all’altra nel dormitorio, adiacente il magazzino di materiale elettronico dove avevano trovato un lavoro precario e in condizioni rischiose per la salute.
Piazza S. Pietro
15 dicembre 2019
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