L’Onu fa una parziale marcia indietro sulla possibilità di fornire aiuti dal cielo ai siriani nelle zone assediate e afferma che ora l’attenzione è concentrata sugli aiuti via terra. Nonostante il precedente annuncio secondo cui le Nazioni Unite avrebbero formalmente chiesto a Damasco di consentire lanci dagli elicotteri nelle zone assediate, il portavoce del Palazzo di vetro, Stéphane Dujarric, ha spiegato ieri sera che le condizioni di sicurezza e logistiche rendono tale ipotesi complicata. «In questo momento — ha detto — l’attenzione è rivolta alle consegne di aiuti via terra.
Se otterremo l’accesso necessario sarà il metodo che utilizzeremo». Secondo quanto rivelato all’agenzia Ansa da fonti diplomatiche, tuttavia, domenica l’Onu ha inviato una lettera al Governo siriano chiedendo l’autorizzazione a paracadutare aiuti in quattro aree assediate e domandando una risposta entro il 10 giugno. Intanto, sul fronte militare si registrano anche nella giornata di ieri decine di vittime civili nei violenti bombardamenti da parte lealista e dei ribelli su alcuni quartieri di Aleppo e sulla provincia di Deir Ezzor, nella Siria orientale. Il bilancio parla di 11 bambini e sette donne tra i 37 civili morti nei raid aerei. In particolare, nei raid sono state colpite le zone di Al Asharah, Al Shehel e la periferia di Deir Ezzor, capoluogo della provincia. Gli attivisti non hanno tuttavia identificato i jet che hanno eseguito i bombardamenti. Sul piano diplomatico, il premier israeliano, Benyamin Netanyahu, ha esaminato ieri a Mosca con il presidente russo, Vladimir Putin, la situazione in Siria e altre questioni regionali che si riflettono sulla sicurezza nazionale dei rispettivi Paesi.
Piazza S. Pietro
08 dicembre 2019

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