Si fa di ora in ora sempre più tragica la situazione in Libia dove al conflitto tra il Governo di Tripoli sostenuto dalle milizie islamiche e quello di Tobruk internazionalmente riconosciuto si mescola l’offensiva del cosiddetto Stato islamico (Is). E alla violenza si unisce la barbarie: nella città di Sirte i jihadisti di Al Baghdadi hanno decapitato e crocifisso dodici combattenti delle milizie salafite libiche, come riporta l’agenzia Lana citata da fonti occidentali. Diverse stragi sono state compiute anche in ospedali.
Per far
fronte a uno scenario sempre più critico il Governo di Tobruk ha chiesto
l’intervento della Lega araba affinché i Paesi membri «lancino raid aerei contro
le posizioni dell’Is» a Sirte. Una riunione straordinaria della Lega araba è
prevista per domani al Cairo.
Un nuovo allarme sulla situazione libica è
intanto giunto oggi dall’Italia. Il ministro degli Affari esteri, Paolo
Gentiloni, ha dichiarato che «in Libia o si chiude (un accordo, ndr) in poche
settimane o ci troveremo con un’altra Somalia a due passi dalla costa». Per il
titolare della Farnesina «dobbiamo insistere sul piano negoziale. Il tempo è
cruciale». E sempre oggi in un comunicato congiunto i Governi di Francia,
Germania, Italia, Spagna, Gran Bretagna e Stati Uniti hanno ribadito il proprio
sostegno all’azione negoziale dell’Onu.
Piazza S. Pietro
10 dicembre 2019

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