Non si risponde così
Di fronte a una crisi umanitaria di così grandi proporzioni non si può rispondere con una politica fatta di espulsioni. È quanto, nella sostanza, affermano i vescovi statunitensi che esprimono «profonda preoccupazione» per i «raid di espulsioni di immigrati», soprattutto donne e bambini, che inizieranno a breve e dureranno un mese, come annunciato recentemente dall’United States Immigration and Customs Enforcement (Ice).
«Come le azioni condotte dall’Ice nei primi di gennaio — afferma monsignor Eusebio L. Elizondo, vescovo ausiliare di Seattle e responsabile della Commissione episcopale sulle migrazioni, in una dichiarazione diffusa dal sito in rete dell’episcopato statunitense — ci si aspetta che le operazioni imminenti riguardino mamme e bambini dell’America centrale privi di documenti».
Quello riguardante gli immigrati è da tempo un nodo irrisolto della società statunitense. Le agenzie umanitarie e le organizzazioni per il rispetto dei diritti umani calcolano che siano ben undici milioni le famiglie senza documenti che già vivono e lavorano negli Stati Uniti. Si tratta per una buona parte di persone scappate da situazioni di violenza e criminalità organizzata che nelle regioni dell’America centrale ha ormai raggiunto cifre record. «Rimandare in America centrale donne e bambini non servirà come deterrente efficace contro la migrazione — sottolinea ancora monsignor Elizondo — perché questa è una crisi umanitaria e tante persone provenienti da quella regione sono costretti a fuggire per salvarsi». Queste operazioni, ricorda inoltre il presule, «seminano il panico nelle nostre parrocchie: nessuna persona, migrante o meno, dovrebbe avere timore di andare a scuola o in chiesa». Il sito in rete della Conferenza episcopale statunitense riporta anche una dichiarazione dell’arcivescovo di Los Angeles, José Horacio Gómez, che a breve assumerà l’incarico di presidente della commissione episcopale sulle migrazioni, il quale sottolinea come «i raid sono ancora una volta il segno deprimente del fallimento delle politiche migratorie americane». E insieme i due presuli, Elizondo e Gómez, ricordano all’amministrazione statale statunitense e in particolare all’Ice che queste azioni «costringono le famiglie a vivere in clima di paura costante», in chiaro contrasto «con i valori americani» e «la dignità donata da Dio a ogni persona».
Piazza S. Pietro
16 dicembre 2019

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