«Promuovere un approccio equilibrato che tuteli le ragioni di bilancio con la necessità di salvaguardare le fasce sociali più deboli»: è in sintesi il messaggio che i vescovi degli Stati Uniti hanno rivolto ai deputati del Congresso di Washington. Il messaggio contenuto in due distinte lettere — firmate dai vescovi Howard James Hubbard di Albany e Stephen Edward Blaire di Stockton, rispettivamente presidenti del Committe on International Justice and Peace e del Committe on Domestic Justice and Human Development dell’episcopato — è stato presentato, ieri, in occasione di un incontro al Congresso al quale ha partecipato un gruppo di oltre trecento leader riuniti nella capitale federale per il Catholic Social Ministry Gathering.
Nelle missive — alla cui stesura ha fornito un contributo anche il presidente del Catholic Relief Services, Ken Hackett — si esprime preoccupazione per le proposte di tagli al Fiscal Year 2012 proposti dal Governo, che inciderebbero, in particolare, anche sul fronte degli aiuti umanitari internazionali. Secondo l’analisi presentata sul totale dei tagli proposti, circa il 26 per cento riguarderebbe proprio i servizi di aiuto per i poveri nei Paesi stranieri. I vescovi sottolineano che «le decisioni su come distribuire le risorse e gli oneri economici sono qualcosa in più della politica economica, in quanto rappresentano significative scelte morali». I vescovi indicano, dunque, come una «priorità» quella di affrontare le esigenze dei poveri e dei più bisognosi in genere, ma anche di coloro che giorno dopo giorno vanno ad allungare la lista dei disoccupati. «In un tempo di crisi economica — è spiegato — i poveri e i più vulnerabili si trovano ancor di più nel bisogno. Preservare la sicurezza della nazione è senza dubbio fondamentale, ma non possiamo garantire questa sicurezza, favorendo nel contempo l’insicurezza dei poveri e dei più vulnerabili». A tale riguardo, è la conclusione, «si chiedono soluzioni ragionevoli e strategie per affrontare il deficit federale, che garantiscano tuttavia stabilità e sicurezza per le generazioni future».
Già nel 2009, a pochi giorni dall’insediamento di Barack Obama alla Casa Bianca, i vescovi scrissero una lettera per assicurare «le loro preghiere, speranze e impegno» a favore della nazione, ma anche per indicare, tra le esigenze, quella «di difendere la vita e la dignità di tutti, specialmente dei poveri e dei vulnerabili». L’impegno dei vescovi, fra l’altro, si traduce ogni anno nella Catholic Campaign for Human Development che finanzia numerosi programmi sociali.
Piazza S. Pietro
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