Maduro annuncia una riforma della costituzione
Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha annunciato l’intenzione di convocare un’Assemblea costituente del popolo, per riformare la struttura giuridica dello stato e «portare la pace al nostro paese».
L’iniziativa è stata denunciata come golpista dall’opposizione. «Non sto parlando di una costituente dei partiti o delle élite, intendo dire una costituente femminista, giovanile, studentesca, una costituente indigena, ma anzitutto una costituente profondamente operaia», ha detto Maduro in un comizio tenuto in occasione della tradizionale sfilata della Festa dei lavoratori. Julio Borges, presidente del parlamento, dove l’opposizione detiene la maggioranza, ha replicato che questa iniziativa equivarrebbe a «una costituente truffa, inventata solo per distruggere la costituzione attuale e cercare di fuggire così all’inesorabile verdetto delle elezioni» che il governo ha ritardato o sospeso da quando ha perso la maggioranza parlamentare nel dicembre del 2015.
Intanto non si fermano le proteste di piazza. Nel fine settimana forti tensioni si sono registrate a Caracas. Da diversi punti della capitale venezuelana si sono mossi cortei dell’opposizione per raggiungere alcune delle carceri della città dove sono rinchiusi prigionieri che l'opposizione considera detenuti politici. Uno dei principali obiettivi delle manifestazioni era quello di raggiungere Ramo Verde, il carcere di massima sicurezza in uno dei quartieri periferici della città dove è rinchiuso Leopoldo López, tra i leader più noti dell’opposizione, condannato a 13 anni di reclusione con l’accusa di aver commesso atti violenti durante le manifestazioni del 2014. Proteste si sono registrate in diverse zone della città. Le forze di sicurezza venezuelane hanno fatto ricorso all’uso massiccio di lacrimogeni contro circa 300 manifestanti che, in occasione della festa del primo maggio, hanno sfilato per le strade di Caracas tentando di superare i blocchi della polizia per arrivare all’ufficio della commissione elettorale nazionale e alla sede della Corte suprema. A un mese esatto dall’inizio delle violenze , le opposizioni sono tornate a chiedere a gran voce che si svolgano libere elezioni.
Piazza S. Pietro
09 dicembre 2019

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