È salito ad almeno 43 morti e 240 feriti il bilancio, ancora provvisorio, del duplice attentato suicida rivendicato dai jihadisti del cosiddetto Stato islamico (Is) a Beirut. L’attacco è avvenuto in una zona controllata dagli sciiti libanesi di Hezbollah. «I soldati del califfato — si legge in una nota diffusa dai miliziani — hanno collocato una motocicletta con esplosivo in via Huseiniyah, dove gli Hezbollah hanno la loro sede.
Non ci fermeremo fino alla vittoria». Uno degli attentatori è sopravvissuto e, interrogato dagli investigatori, ha confermato di far parte dell’Is; alla polizia ha detto di essere arrivato in Libano, insieme ad altri tre attentatori, dalla Siria due giorni fa. Il Site, il sito di monitoraggio dell’estremismo islamico sul web, ha confermato la rivendicazione dell’Is. Netta condanna degli attacchi è stata espressa da Washington. Nell’esprimere cordoglio per le famiglie delle vittime, la Casa Bianca ha ribadito il proprio sostegno al Governo del Libano per portare i responsabili alla giustizia. Condanna è giunta anche dall’Unione europea. L’Europa è con voi» ha dichiarato l’Alto rappresentante per la politica estera e di sicurezza comune, Federica Mogherini. È stata intanto diffusa la notizia della morte di “Jihadi John”, definito il boia dell’Is. Il terrorista è stato colpito a morte da un drone americano in un raid avvenuto nella città siriana di Raqqa.
Piazza S. Pietro
12 dicembre 2019

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