Le proprietà delle minoranze in Iraq
Il Governo iracheno adotterà un pacchetto di misure volte a tutelare le proprietà immobiliari dei cristiani che hanno lasciato il Paese, e impedire che le loro case e i loro terreni cambino illegittimamente proprietario durante la loro assenza. Ad annunciare le nuove disposizioni è stato il ministro iracheno della giustizia, Haidar al-Zamili, con un comunicato in cui si forniscono anche alcuni dettagli sulle misure allo studio.
In particolare — riferisce Fides — verrà predisposto un controllo
più serrato sulle compravendite e sui passaggi di proprietà di immobili
appartenenti a cristiani, per scoraggiare frodi e possibili espropri non
autorizzati. In caso di vendita, le trattative dovranno essere condotte
direttamente dal proprietario dell’immobile o da un delegato appartenente alla
sua famiglia. Le procedure di transazione delle proprietà dovranno in ogni caso
essere certificate con attestazioni emesse direttamente dal venditore e
dall’acquirente.
Negli ultimi anni, soprattutto a Baghdad e nell’area di
Kirkuk, molti terreni e case appartenenti ai cristiani emigrati all’estero sono
stati sottratti illegalmente ai legittimi possessori attraverso la produzione di
falsi documenti legali, che rendevano di fatto impossibile il loro recupero da
parte dei proprietari. Il fenomeno ha potuto prendere piede anche grazie a
connivenze e coperture di funzionari corrotti e disonesti, che si sono messi a
servizio di singoli impostori e gruppi organizzati di truffatori. Il furto
«legalizzato» delle proprietà delle famiglie cristiane è un effetto collaterale
dell’esodo di massa dei cristiani iracheni. Lo scorso luglio, il patriarca di
Babilonia dei Caldei, Louis Raphaël Sako, aveva rivolto un appello alle autorità
politiche e istituzionali, chiedendo al Governo maggiore protezione contro i
delinquenti che attentano ai beni e alle persone.
Piazza S. Pietro
05 dicembre 2019

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