La mia vita Autobiografia (1927-1977)
«Il presente — scrive Joseph Ratzinger in La mia vita. Autobiografia (1927-1977) — non è una determinata data, ma l’adesso di una vita, che può essere lungo o breve. Per me quello che è cominciato con l’imposizione delle mani durante la consacrazione episcopale nella cattedrale di Monaco è ancora l’adesso della mia vita». Siamo alle pagine conclusive della autobiografia intellettuale che l’allora prefetto della Congregazione per la dottrina della fede pubblicò nel 1997, raccontando cinquant’anni della sua vita, dalla nascita alla consacrazione episcopale. Nel ripercorrere la crescita nelle inscindibili dimensioni di figlio, fratello, studente, amico, sacerdote e teologo, le pagine di Ratzinger — permeate dalla discrezione e delicatezza che abbiamo imparato a conoscere, specie negli anni di pontificato — raccontano la persona, descrivendo una storia. La storia di un uomo, e della sua Chiesa. «Provai la gioia di poter dire qualcosa di mio, di nuovo e, insieme, di pienamente inserito nella fede della Chiesa», scriveva il cardinale. Che lo ha vissuto da Papa. (@GiuliGaleotti)
Piazza S. Pietro
12 dicembre 2019
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