«Tanti anni fa insegnavo
matematica. Ma nonostante la mia esperienza in materia, c’è un’equazione la cui
soluzione non mi soddisfa affatto: le 85 persone più ricche del pianeta
possiedono quanto la metà della popolazione mondiale messa assieme». Prende
spunto da un’esperienza personale il messaggio per la Quaresima 2014 del
presidente di Caritas internationalis, il cardinale Oscar Andrés Rodríguez
Maradiaga. È incentrato su tre termini chiave — uguaglianza, semplicità e
condivisione — e rilancia la campagna «Una sola famiglia umana, cibo per
tutti». Era stata avviata prima di Natale e punta a eliminare la fame entro il
2025. L’iniziativa ha avuto un’eco mondiale grazie anche alle parole
pronunciate da Papa Francesco all’Angelus della prima domenica di Quaresima.
Durante questo tempo, ha raccomandato il Pontefice, «teniamo presente l’invito
della Caritas internazionale nella sua campagna contro la fame nel mondo».

E
anche ad altre parole del Papa, quelle contenute nel messaggio per la Quaresima, fa
riferimento il cardinale Rodríguez Maradiaga quando ribadisce che se «il
potere, il lusso e il denaro diventano idoli, si antepongono all’esigenza di
una equa distribuzione delle ricchezze. Pertanto, è necessario che le coscienze
si convertano alla giustizia, all’uguaglianza, alla sobrietà e alla
condivisione». Per questo, prosegue il porporato, «ciascuno di noi è invitato a
riflettere» sul significato degli appelli del vescovo di Roma, domandandosi:
«Che cosa è la giustizia? Dove ci sono disuguaglianze? Come la mia vita può
essere più semplice? Con chi posso condividere?». In tal senso la campagna
contro la fame promossa da Caritas internationalis, aggiunge il presidente, può rappresentare «un’occasione per
rispondere all’invito di Papa Francesco». Infatti, l’organismo caritativo
ritiene «profondamente ingiusto che più di 800 milioni di persone soffrano la
fame» e che esse non si troverebbero in tale condizione «se ci fosse una
maggiore uguaglianza nella distribuzione della ricchezza e se le risorse
venissero condivise in modo più equo».
Il
cardinale dà anche indicazioni pratiche in proposito. «Ognuno di noi — spiega
— può vivere in modo più semplice,
consumare meno, sprecare meno ed essere più consapevole delle proprie scelte.
Condividere il nostro pane, le nostre risorse, noi stessi, è la pietra angolare
della nostra fede; ma è anche una soluzione alla fame nel mondo». Dunque —
conclude — la Quaresima
può essere «il momento per unire le nostre mani a quelle dei nostri fratelli e
sorelle che fanno parte dei 3,5 miliardi di persone povere nel mondo». Anzi,
«come direbbero gli americani, è il momento di “fare i conti”», che possono
essere fatti anche attraverso una donazione on-line a www.caritas.org o
realizzando «qualcosa di grande o di piccolo» per aiutare le persone povere e
vulnerabili nelle comunità di appartenenza.