In gioco
Prestare particolare attenzione alle conseguenze sociali e umanitarie della crisi che ha colpito il paese, accompagnare il popolo congolese nelle sue legittime aspirazioni a una governance democratica rispettosa delle libertà fondamentali garantendo il benessere di tutti, sostenere le attività della società civile e dei religiosi come attori chiave nel consolidamento della pace: sono gli auspici della Commissione degli episcopati della Comunità europea (Comece) che, in un comunicato, esprime la sua solidarietà ai membri della Conferenza episcopale della Repubblica Democratica del Congo e ne sostiene gli sforzi per far progredire il processo di transizione democratica.
I vescovi
incoraggiano l’Unione europea a seguire con molta attenzione la crisi in atto,
mettendo in evidenza alcuni dati e informazioni provenienti dal paese circa le
«repressioni» compiute dalle forze di sicurezza nelle ultime settimane e gli
attacchi alla Chiesa cattolica per «sabotare la sua missione di pace e di
riconciliazione». In particolare ricordano come i tragici incidenti del 21
gennaio (sei persone uccise a Kinshasa) siano avvenuti tre giorni dopo
l’adozione da parte del Parlamento europeo di una risoluzione che sottolinea
come «le autorità della Repubblica Democratica del Congo abbiano intrapreso un
attacco sistematico contro le organizzazioni della società civile e i difensori
dei diritti dell’uomo», compresi la Chiesa cattolica e il Comitato laico di
coordinamento. Ricordano anche gli appelli di Papa Francesco affinché le
istituzioni del paese africano facciano tutto il possibile per evitare ogni
forma di violenza e cercare soluzioni in favore del bene comune.
La Comece
sottolinea poi l’importanza del cosiddetto “Accordo di san Silvestro”, firmato
il 31 dicembre 2016 con la mediazione dei vescovi, intesa che resta il mezzo
privilegiato per giungere alla soluzione della crisi politica che attanaglia la
Repubblica Democratica del Congo. A ribadirlo è stato nei giorni scorsi don
Donatien Nshole, segretario generale della Conferenza episcopale, incontrando
una delegazione della Comunità di sviluppo dell’Africa australe inviata a
Kinshasa per accompagnare il processo elettorale e la ricerca della pace nel
paese. «Ci sono delle disposizioni dell’accordo di san Silvestro che sono state
distorte e sulle quali non ci torniamo sopra perché siamo realisti», ha
dichiarato Nshole all’agenzia Fides, riferendosi alla parte dell’intesa che
stabiliva che le elezioni presidenziali dovevano tenersi entro la fine del 2017,
cioè un anno dopo la scadenza (il 20 dicembre 2016) del secondo e ultimo mandato
del presidente della Repubblica Joseph Kabila. Invece, com’è noto, le elezioni
sono state annunciate per il 23 dicembre 2018. Tuttavia, osserva il religioso,
«restano delle norme importanti che devono essere assolutamente applicate per
arrivare effettivamente alle elezioni secondo il calendario previsto».
Piazza S. Pietro
16 febbraio 2019

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