Per far rivivere
Tornare a far rivivere lo spirito di Mosul anche attraverso il restauro delle chiese. È questo l’obiettivo di un accordo, sottoscritto dall’Unesco insieme agli Emirati Arabi Uniti, per il ripristino della chiesa cattolica siriaca di Al Tahera e della chiesa latina di Al-Saa’a, un passo significativo verso il rilancio della diversità culturale e religiosa di questa città irachena fortemente danneggiata dall’offensiva del sedicente stato islamico.
I cristiani a Mosul, prima che i miliziani del califfato prendessero possesso della città nel 2014, erano circa quindicimila, a due anni dalla liberazione ce ne sono appena poche decine. Faticano a rientrare in una Mosul dove continua a regnare l’incertezza causata da anni di sofferenza, trascorsi prima nella stretta della morsa jihadista e, più tardi, nella difficile situazione dovuta alla controffensiva governativa. La realtà quotidiana è fatta di strade disastrate, case e scuole diroccate, chiese ancora in pessime condizioni. Ed è proprio dalla messa in sicurezza e dal restauro delle chiese che l’Unesco vuole partire per promuovere l’iniziativa «Rivivere lo Spirito di Mosul». Firmando l’accordo, il direttore generale dell’Unesco, Audrey Azoulay e il ministro della cultura e dello sviluppo della conoscenza degli Emirati Arabi Uniti, Noura bint Mohammed Al Kaabi, hanno sottolineato l’importanza del restauro e della riapertura delle chiese, danneggiate durante l’occupazione di Daesh, non solo per il loro valore come patrimonio culturale, ma anche come prova della diversità che è stata la caratteristica di questa città che per la sua storia è stata crocevia di culture e un rifugio di pace e per questo ha riunito diverse comunità religiose nel corso dei secoli. La chiesa di Al Tahera, costruita dal 1859 al 1862, è stata gravemente danneggiata negli ultimi anni e gran parte dei suoi portici e pareti esterne sono stati distrutti. Anche la chiesa di Al-Saa’a, completata nel 1873, soprannominata la “Chiesa dell’Orologio” per il grande quadrante ospitato nella sua torre, dono dell’imperatrice Eugenia di Francia ai padri domenicani della città, è stata gravemente danneggiata durante l’occupazione degli estremisti e il suo convento saccheggiato. Una volta restaurata, il suo convento servirà sia come luogo di culto che come centro comunitario per tutti i residenti di Mosul. I fratelli domenicani Nicolas Tixier e Olivier Poquillon, che hanno rappresentato l’ordine domenicano alla cerimonia della firma dell’accordo, hanno confermato il loro attaccamento a una città dove la loro congregazione ha costruito ponti tra tutte le comunità dal XVIII secolo.
La collaborazione tra Unesco ed Emirati Arabi Uniti per «Reviving the Spirit of Mosul», che prevede anche il restauro della moschea di Al-Nouri e del suo minareto Al-Habda, i cui lavori dovrebbero partire a giorni, ha obiettivi a più largo raggio. Lo scopo, infatti, è quello di formare giovani maestranze come falegnami, scalpellini e orafi, creando opportunità lavorative per i ragazzi iracheni. Inoltre, gli studenti dei dipartimenti di archeologia, architettura e ingegneria presso l’Università di Mosul potranno partecipare al processo di restauro degli edifici guadagnando così una formazione tecnico-professionale sul campo.
di Anna Lisa Antonucci
Piazza S. Pietro
10 dicembre 2019

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