In un lungo e ricco articolo, Giuliana Fabris racconta il rapporto di Romano Guardini con la villa bianca di Isola Vicentina. "Sotto gli alberi del parco Romano scriveva «quaderni e quaderni tutti in tedesco», come raccontava una anziana domestica, e di quegli stessi alberi Guardini scrisse: «Amici, nobili e silenziose creature... una vastità inesprimibilmente luminosa, colma di nostalgia, avvolge l’albero. (Alcuni) sono altezze sovrane». Lungo i viali del parco, a età inoltrata, confidò al nipote: «Sai, se non fossi diventato prete, sarei stato un pericoloso rivoluzionario». Guardini aveva un animo mariano, e Isola è mariana, e ciò significa una teologia non solo dei dogmi ma del coinvolgimento, dell’essere presi, del crescere e del far crescere, della vita, della storia".
Isola – conclude Fabris – "custodisce nel silenzio il mistico capace di osservare gli abissi dell’anima per farne discorso nello sguardo di Dio".
Piazza S. Pietro
09 dicembre 2019

Quell’appuntamento saltato tra d’Annunzio e padre Pio
È accaduto più volte, nel corso dei centocinquant’anni che ci separano dalla nascita di Gabriele ...

Lasciamo perdere Hegel
Ottant’anni fa, il 25 settembre 1934, nasceva a Como lo scrittore Giuseppe Pontiggia, morto da ...

L’America vista da sud
«Come tutti gli uruguayani, avrei voluto essere un calciatore», amava dire Eduardo Galeano. Lo scrittore, ...