Democrazia
Dhaka, 16. La Caritas del Bangladesh ha ottenuto il permesso dalle autorità di Dhaka per portare aiuti e sfamare i profughi musulmani rohingya rifugiati nel sud del Paese. «Con il sostegno di Caritas Internationalis — ha spiegato monsignor Gervas Rozario, vescovo di Rajshahi e presidente dell’ente caritativo in Bangladesh — abbiamo iniziato a distribuire cibo a settantamila persone e continueremo per i prossimi due mesi».
Nelle ultime settimane sul suolo
bengalese sono entrate oltre cinquecentoventimila persone provenienti dal
Myanmar. Scappano dalle violenze perpetrate dalle parti in conflitto. Tra di
loro, non solo musulmani, ma anche tanti indù. Il governo bengalese, dopo aver
aperto le frontiere, ha però sottolineato che gli sfollati resteranno nel paese
solo fino al termine dell’emergenza, e in seguito dovranno fare ritorno ai
luoghi d’origine.
Il vescovo Rozario ha riferito all’agenzia AsiaNews che i
volontari di Caritas Bangladesh stanno collaborando con i funzionari del World
Food Programme. Questi ultimi sono impegnati nella distribuzione capillare di
riso, mentre l’organizzazione caritativa cattolica distribuisce legumi,
zucchero, sale e olio. Inoltre, ogni giorno prepara pasti caldi per oltre
diecimila famiglie, per un totale di quasi settantamila persone.
Così come aveva fatto qualche settimana fa il cardinale Patrick D’Rozario, arcivescovo di Dhaka, anche monsignor Rozario, che è vicepresidente della Conferenza episcopale del Bangladesh, ha visitato nei giorni scorsi altri campi profughi, come quello di Ukhiya, nel distretto di Cox’s Bazar
Piazza S. Pietro
15 dicembre 2019

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