Papa Francesco ha chiesto perdono
per gli abusi sui minori perpetrati da alcuni sacerdoti. Ha scelto di farlo
davanti ai membri dell’Ufficio internazionale cattolico dell’infanzia (Bice),
ricevuti in udienza questa mattina, venerdì 11 aprile, nella Biblioteca
privata. In un lungo passaggio a braccio
del discorso ha detto di sentirsi chiamato a farsi carico «di tutto il male»
compiuto da alcuni sacerdoti e «a chiedere perdono per il danno che hanno
compiuto, per gli abusi sessuali sui bambini».
Poi il Santo Padre ha rivolto la sua attenzione alle tante altre forme di violenze che subiscono i bambini — dal lavoro schiavo al reclutamento come soldati e a ogni tipo di malvagità — rivendicando con decisione il loro diritto a crescere in una famiglia, con un papà e una mamma capaci di creare un ambiente idoneo al loro sviluppo. Ma soprattutto ha condannato senza mezze parole ogni tentativo di sottoporre i bambini agli «orrori della manipolazione educativa» e della sperimentazione nel campo della formazione: «non sono cavie da laboratorio» ha sottolineato.
Nella successiva udienza al Movimento per la vita italiano Papa Francesco ha ribadito la sua ferma condanna dell’aborto e della «cultura dello scarto». L’essere umano, ha detto, non è uno di quei prodotti «usa e getta». La vita umana «è sacra e inviolabile» e «ogni diritto civile — ha evidenziato — poggia sul riconoscimento del primo e fondamentale diritto, quello alla vita, che non è subordinato ad alcuna condizione, né qualitativa né economica né tantomeno ideologica». Oggi, ha insistito il Pontefice, «dobbiamo dire “no a un’economia dell’esclusione e della inequità”» perché «questa economia uccide». E tra le sue vittime ha ricordato in particolare «i bambini e i nonni», che sono «la speranza di un popolo».
Piazza S. Pietro
11 dicembre 2019

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